Economia e Finanza

Salari equi, "no" degli Stati

Anche i senatori bocciano l'iniziativa socialista

  • 21 marzo 2013, 12:04
  • 6 giugno 2023, 11:19
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  • KEYSTONE

E' normale che un dirigente intaschi in un anno quello che i suoi dipendenti non guadagnano in una vita?": per il Consiglio degli Stati, la risposta alla domanda di Christian Levrat (PS/FR) è "sì". Dopo il Governo e il Nazionale, anche la Camera alta ha infatti respinto per 26 voti a 10 (due astenuti) l'iniziativa per salari equi promossa dalla Gioventù socialista.

Il testo, a cui non sarà opposto alcun controprogetto, chiede un rapporto massimo di 1:12 fra la paga più bassa e quella più alta in un'azienda. Ma per la maggioranza "non si può danneggiare l'intera economia per colpa di poche decine di incorreggibili". Diversi oratori della destra hanno fatto notare che i manager ben retribuiti pagano anche molte tasse, con vantaggi per le assicurazioni sociali e le casse di comuni, cantoni e Confederazione.

Una minoranza rosso-verde si è battuta per il progetto. Nonostante i provvedimenti adottati dalla Svizzera per lottare contro le ineguaglianze salariali, è stato sostenuto, lo scarto tra gli stipendi è aumentato negli ultimi anni. Durissime le considerazioni di Luc Recordon (Verdi/VD), secondo cui il vero scandalo non risiede nelle cifre astronomiche versate, ma nel potenziale di disgregazione sociale insito in simili somme. Il popolo avrà ora l’ultima parola.

Stando ad un sondaggio pubblicato il 10 marzo dai domenicali SonntagsZeitung e Le Matin Dimanche, l'iniziativa per salari equi raccoglie i favori del 49,5% degli elettori. Il 40% è contrario e il 10% indeciso. Il sondaggio è stato realizzato dall'istituto Isopublic tra il 20 febbraio e il 7 marzo su un campione di 1’152 aventi diritto di voto nella Svizzera tedesca e in Romandia.

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  • PP 12.00 Il servizio di Johnny Canonica

    RSI Info 21.03.2013, 12:57

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