L’intesa commerciale tra i paesi dell’AELS (Norvegia, Lichtenstein, Islanda e Svizzera) e Mumbai è ufficialmente entrata in vigore il 1° ottobre scorso, e rappresenta un passo significativo per rafforzare gli scambi bilaterali, migliorare l’accesso al mercato indiano per le esportazioni svizzere e promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso impegni giuridicamente vincolanti.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/svizzera/L%E2%80%99India-apre-all%E2%80%99export-elvetico-c%E2%80%99%C3%A8-il-messaggio--2244705.html
L’eliminazione delle barriere commerciali avverrà gradualmente. Le tariffe scenderanno in fasi tra tre, cinque e sette anni, per arrivare poi a un livello quasi zero per il 98% dei prodotti scambiati tra i paesi stipulanti.
Ma sul terreno quali cambiamenti si possono già intravedere? La collaboratrice RSI da Mumbai, Chiara Reid, racconta una realtà di crescenti collaborazioni e scambi commerciali. Il settore vinicolo svizzero si sta già muovendo per farsi conoscere maggiormente ai potenziali acquirenti indiani.
Il vino svizzero sbarca in India
La produzione di vino in Svizzera tocca i 100 milioni di litri all’anno, ma di questo solo il 2% viene esportato. Fino a poco fa neppure una goccia arrivava in India, ma ora le cose stanno cambiando grazie all’accordo di partenariato commerciale con i paesi dell’AELS. Infatti questi accordi permettono al vino svizzero di entrare nel mercato indiano con una tassa agevolata rispetto ad altri vini europei. I vari stati indiani tassano i vini importati dal 150 al 200%. Per quelli svizzeri invece si sta attorno al 75%. Questo è favorevole per l’industria enologica elvetica, che è ancora poco conosciuta nel mondo, e in particolare in India, dove si apre ora una nuova opportunità.
Swintra è l’iniziativa di un gruppo di investitori indiani e svizzeri tesa proprio a far conoscere l’eccellenza dei vini rossocrociati in India. Recentemente una fiera enologica a Mumbai ha ospitato dieci vignaioli venuti da tutti i cantoni per far conoscere i loro Chasselay e Pinot noir.
“Si fa strada un certo ottimismo al riguardo, un’apertura sia da parte dei consumatori indiani, curiosi per questo prodotto, sia per i vinificatori svizzeri, che non avevano mai veramente pensato a questo mercato in crescita in India”, spiega Karina Ahharwal, sommelier, ai microfoni di RSI.
Come testimonia anche Satish Rao, direttore della Swiss India chamber of commerce. “Dalla firma degli accordi a questa parte abbiamo ricevuto un enorme volume di richieste su cosa bisogna fare per aprire un impresa in India, quali sono gli stati più adatti per questa o quella iniziativa, quali permessi servono. Non avevo incontrato questa intensa curiosità nei sei anni in cui sono a capo di questa camera di commercio”.
E non solo vino...
Ci sono circa 150 imprese svizzere impiantate in India, spesso in partnership con imprese locali, come è il caso di Scheravan, che produce detergenti e si è unita alla Cleanfix zurighese, che produce macchinari per la pulizia.
Il CEO di Scheravan, Sam Cherian, racconta che la sua azienda importa il 30% delle parti meccaniche dalla Svizzera grazie a tassi che ora si aggirano dal 12 al 18%. Il risparmio sulle tariffe doganali è di grande interesse per gli affari.
Non solo le importazioni costeranno meno, ma anche i macchinari che la Scheravan esporta in Svizzera saranno più competitivi. “L’iniziativa con questi paesi europei provocherà un cambiamento al punto che possiamo tenere gli Stati Uniti fuori dal nostro piano di sviluppo aziendale”, aggiunge il CEO.
Scenari promettenti, quelli disegnati dagli accordi, che attendono di essere messi alla prova all’atto pratico dagli imprenditori che si vorranno lanciare nell’avventura indiana.









