Il 2015 per la borsa di Zurigo è stato un anno a dir poco particolare, caratterizzato da avvenimenti che fino da gennaio hanno condizionato il mercato. Per la prima volta dopo tre anni, l’indice SMI al 30 dicembre (a San Silvestro gli scambi sono fermi) ha fatto segnare una perdita. Rispetto al livello raggiunto 12 mesi fa ha lasciato sul terreno quasi il 2%.
Il botto che ha segnato l'anno è arrivato il 15 gennaio con la decisione della Banca nazionale di abbandonare la soglia minima del cambio con l’euro. La borsa reagisce male, molto male e in due giorni Zurigo perde quasi il 15%, precipitando sotto gli 8'000 punti.
I timori legati alla novità sono però passati ben presto. A luglio, sei mesi dopo lo choc, lo SMI torna oltre quota 9'500 punti, arrivando quasi ad eguagliare il massimo storico raggiunto nella primavera 2007. In borsa si torna a respirare aria eurofica. Poi però a raffreddare gli entusiasmi (a Zurigo, come altrove) sono arrivati i problemi dell'economia cinese che hanno portato a un ridimensionamento di tutti i mercati.
La piazza di Zurigo, malgrado l'andamento particolarmente altalenante nell'arco dei 12 mesi, si è confermata apprezzata dagli investitori. I motivi, secondo gli esperti, sono da ricondurre principalmente al fatto che la Svizzera offre ancora garanzie di stabilità e condizioni quadro fiscali, politiche e sociali che permettono alle aziende di lavorare in un ambiente ottimale. Inoltre da anni il nostro paese si trova in testa alle classifiche per la competitività. Elementi che fanno guardare con ottimismo anche all'anno che sta per iniziare.
Diem/RG