Proprio ieri, giovedì, ricorrevano gli 80 anni dell’ONU, l’organizzazione nata per promuovere la pace nel mondo. Il suo ruolo risulta assai affievolito in un contesto internazionale che, fra la guerra in Ucraina, il dramma di Gaza e i recentissimi bombardamenti sull’Iran, continua a essere segnato da aspre conflittualità. Ma a spiccare è il fatto che le dichiarazioni e le azioni di vari capi di Stato sono spesso fondate sulla supremazia della forza, e non del diritto. Che ne è, allora, del rispetto di quelle regole che sono il cardine delle relazioni internazionali? Sul tema SEIDISERA ha raccolto le considerazioni di Andrea Bianchi, professore di diritto internazionale all’Università di Ginevra.
Stiamo vivendo un momento molto particolare, in cui il diritto internazionale sembra in qualche modo scomparire dal vocabolario delle relazioni internazionali e della politica internazionale. Sembra che in qualche modo siamo di fronte ad una sorta di legge della giungla, per cui il più forte è destinato a prevalere sul più debole. Ebbene, credo che questa sia una minaccia non solo per questo o quello Stato, ma per noi tutti. E credo che proprio nel momento in cui il diritto è messo in discussione e c’è un tentativo chiaramente intenzionale da parte di alcuni Stati di metterlo da parte, sia nostro dovere quello di mantenere un senso della legalità. Dobbiamo continuare a credere che ci sono certe cose che sono legali e certe cose che non sono legali. Certe cose che sono giuste e certe cose che non sono giuste. E in questo senso noi dobbiamo continuare a credere di poterlo difendere fino in fondo, anche se non siamo in questo momento in grado di imporre il diritto sul comportamento di certi Stati.
Abbiamo un esempio sotto gli occhi da tempo ormai ed è quello di Gaza, dove appare evidente come il diritto internazionale non venga rispettato...
In realtà quello che stiamo vedendo a Gaza è la negazione del diritto: l’idea che in una parte del mondo, relativamente a una certa popolazione, il diritto non c’è più. E questo è un messaggio molto pericoloso, come lo è stato all’epoca il messaggio relativo al trattamento dei prigionieri di Guantanamo: quando in realtà quello che era importante rilevare non era tanto la violazione di questa o di quella regola, ma il fatto che il diritto non fosse più là per proteggere gli individui. Gaza è una violazione del diritto, è una negazione dell’umanità.
C’è anche il problema della politica dei due pesi e delle due misure. Ci sono Paesi che hanno legittimato il bombardamento americano, illegale, secondo il diritto internazionale, di siti nucleari iraniani, ma hanno invece condannato i bombardamenti attorno alla centrale ucraina di Zaporizhia...
Questa ambiguità è di grande nocumento al diritto. Perché una delle caratteristiche essenziali che il diritto deve avere in ogni circostanza è quella di trattare tutti quelli che si trovino nella stessa condizione, nello stesso modo. Quindi non è solo la Russia che viola il diritto internazionale invadendo l’Ucraina. È anche Israele, sono anche gli Stati Uniti che utilizzano la forza contro l’Iran, a violare il diritto internazionale. Il fatto che per motivi di convenienza politica, molto spesso anche non troppo lungimiranti, gli Stati cerchino di far piacere a un alleato potente o a un potenziale partner commerciale, è un’ottica che a mio avviso nel lungo termine non pagherà per nessuno. È un problema che porterà sempre nocumento al vivere in comune, perché creerà sempre un’associazione tra diritto e ingiustizia che il diritto non deve avere e a cui il diritto non deve mai cedere.
L’ONU ha compiuto 80 anni e la sua struttura sta mostrando da tempo evidenti limiti: mi riferisco al diritto di veto fatto valere dai membri del Consiglio di sicurezza, che ne bloccano così l’agire. Per dirla brutalmente, l’ONU è moribonda o da questa crisi si riprenderà?
L’ONU non morirà domani. Le istituzioni dell’ONU rimarranno con noi anche se non funzioneranno più, come il Consiglio di sicurezza. L’ONU non deve morire, l’ONU è anche l’unica casa in comune che abbiamo. In fondo l’Assemblea Generale è l’unica istanza internazionale in cui tutti gli Stati sono rappresentati e tutti gli Stati hanno diritto ad un voto. L’ONU è anche la casa di molte iniziative importanti in materia di diritti umani e in materia di collaborazione economica e sociale. Quindi credo che il mondo sarebbe un posto molto peggiore, se l’ONU non esistesse.