"Hear ye, hear ye, hear ye!”. L’udite-udite scandito dall’usciere con l’ordine di custodire il silenzio è solo uno dei numerosi cerimoniosi momenti previsti dal rigido protocollo del processo di destituzione che vengono tramandati dal 1868, ma alla vigilia del terzo dibattimento della Storia per destituire un presidente americano ben poco si sa di come si svolgerà il procedimento contro Donald J. Trump, anche perché la Costituzione dà ampio margine di discrezionalità. Ecco tutto quello che c’è da sapere:
I fatti: Nel mese di luglio del 2019 Trump ha vincolato aiuti militari all’Ucraina per 391 milioni di dollari all’annuncio di un’apertura di un’indagine per corruzione su Hunter Biden, figlio di un suo avversario politico, il candidato democratico Joe Biden. Dopo le indiscrezioni di stampa, il presidente statunitense ha reso pubblica la sua telefonata al Presidente ucraino Zelensky.
Il giudice: Il dibattimento sarà presieduto dal 64enne John Roberts, Giudice capo della Corte suprema, di orientamento conservatore. Non è pero un processo come siamo soliti vedere in un aula di tribunale, ma un processo politico che non dovrà giudicare un reato in base alla giurisprudenza penale o civile, ma un comportamento per stabilire se contrario alla Costituzione.
L’accusa: Abuso di potere e ostruzione al Congresso sono i capi di accusa. Donald Trump è imputato per fatto pressioni su un governo straniero per svantaggiare un avversario politico e interferire sulle elezioni politiche del 2020. Inoltre il presidente è accusato di aver ostacolato l’indagine del Congresso, impedendo ai suoi funzionari l’accesso alla documentazione della Casa Bianca.
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Il voto di impeachment: Dopo il voto della Camera dei Rappresentanti del 18 dicembre, la firma dei due articoli di impeachment, vergati con 20 penne differenti dalla presidente della Camera, e la loro consegna al Senato hanno dato il via alla seconda fase dell’impeachment presidenziale: dopo la messa sotto stato d’accusa, può iniziare il processo di destituzione. È la terza volta che avviene per un presidente degli Stati Uniti.
La pubblica accusa: Nell’aula del Senato il ruolo di procuratore pubblico viene rappresentato da sette deputati della Camera dei Rappresentanti, i cosiddetti “impeachment manager”, capitanati dai due portavoce delle commissioni Giustizia, Jerry Nadler, e di Intellligence, Adam Schiff.
La difesa: Donald Trump si è rifiutato di comparire in aula. In Senato sarà rappresentato da un team di cinque difensori. Ai due legali della Casa Bianca si sono aggiunti settimana scorsa tre avvocati noti al grande pubblico anche per aver difeso alcune star. Il più famoso è Kenneth Starr, che nel 1999 indagò l’allora presidente Bill Clinton per il Sexgate. Accanto a lui siederanno Robert Ray , che redasse il rapporto di impeachment e Alan Dershowitz, che ha difeso l’ex giocatore di football e attore O.J. Simpson e ultimamente pure il finanziere Jeffrey Epstein. La tesi difensiva è che l’impeachment sia uno “sfacciato tentativo di ribaltare l’esito del voto” del 2016.
L'imputato: il presidente statunitense Donald Trump
Le regole: L’audizione di nuovi testimoni, l’acquisizione di nuove prove, i limiti di parola, la durata delle varie fasi procedurali verranno discusse e votate all’inizio del dibattimento. Il leader della maggioranza al Senato, il repubblicano Mitch McConnell, svelerà martedì la sua proposta e sinora ha sempre detto o lasciato intendere di auspicare un processo “snello, veloce, minimalista”: senza testimoni o nuovi documenti. Ma per cambiare le regole sarebbe sufficiente che quattro repubblicani non la pensassero come lui: per ogni modifica procedurale basta infatti la maggioranza assoluta dei giurati. I Democratici hanno già chiesto che vengano interrogate quattro persone (dal capo staff della Casa Bianca, Mick Mulveny, all’ex consigliere alla Sicurezza nazionale, John Bolton) e che si tengano in considerazione i documenti appena consegnati da Lev Parnas, ex collaboratore dell’avvocato privato di Trump Rudy Giuliani, che confermerebbero le pressioni esercitate dal presidente americano sul presidente ucraino.
I precedenti: È la terza volta che un presidente viene processato. Mai, però, il Senato ha votato la sua destituzione. Il primo ad essere stato giudicato è stato Andrew Johnson nel 1868: dovette rispondere di 11 capi di accusa, tra i principali la violazione di una legge federale e abuso di potere nell’aver rimosso un ministro. Il secondo ad essere processato, nel 1999, fu Bill Clinton: le accuse nei suoi confronti erano di spergiuro e di ostruzione della giustizia. Non solo i presidenti possono essere messi in stato d’accusa e rimossi: in passato sono stati processati per impeachment dal Senato funzionari federali, ministri, giudici. Prima di Clinton, l’ultima procedimento avvenne nel 1993 contro un giudice federale.
La durata: Il processo di Johnson durò poco meno di tre mesi (dal 24 febbraio al 26 maggio 1868), quello a Clinton quasi un mese (dal 14 gennaio al 9 febbraio 1999). Media e analisti prevedono che il procedimento contro Donald Trump possa durate da due a tre settimane.
La speaker della Camera Nancy Pelosi
Le curiosità: Come ogni processo in un tribunale si cerca di evitare ogni tipo di spettacolarizzazione e strumentalizzazione. Come annunciato dall’usciere al momento del giuramento, i senatori-giurati devono “mantenere il silenzio, pena la prigione”: un sacrificio non da poco in un’epoca di iper-mediatizzazione e in campagna elettorale. Nessun smart phone, inoltre, sarà ammesso nell’aula del Senato. Le domande della giuria potranno avvenire solo per iscritto e saranno lette ad accusa e difesa dal Giudice. Il collegio d’accusa e quello difensivo avranno tempo ventiquattr’ore per organizzare le loro risposte. Se i senatori riterranno necessari ulteriori confronti, questi potranno avvenire in un’altra sala del Congresso a porte chiuse (durante il processo a Clinton avvenne sei volte). Il giorno dell’apertura del dibattimento, infine, il presidente sarà a Davos dove è atteso il suo intervento al WEF. È la prima volta che un processo d’impeachment inizia con il principale imputato assente all’estero.
La campagna elettorale: Sono quattro i senatori impegnati nella campagna delle primarie democratiche (Bernie Sanders, Elisabeth Warren, Amy Kloubouchar e Michael Bennett) costretti a rimanere a Washington mentre la campagna elettorale continua alla vigilia del primo voto in Iowa previsto il 3 febbraio. Se il processo non dovesse finire, Donald Trump potrebbe tenere il discorso sullo Stato dell’Unione – previsto il 4 febbraio – ancora sotto accusa; lo stesso destino capitò a Bill Clinton ventun anni fa.
Come finirà (?): Per la rimozione del presidente sono necessari i due terzi dei voti del Senato (67 voti). Visti gli attuali equilibri alla Camera alta (53 repubblicani, 47 democratici) e la forte polarizzazione tra le due forze politiche, è praticamente certo che Donald Trump non verrà destituito. Ciò era prevedibile sin dall’apertura dell’indagine di impeachment, il 24 settembre 2019, ed è interessante notare come da allora i sondaggi sul 45esimo presidente americano siano sempre rimasti stabili.
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