La magistratura sudcoreana ha condannato Lee Jae-yong, vicepresidente dell'impero Samsung, a cinque anni di prigione. Il leader de facto ed erede della famiglia fondatrice del gruppo è stato riconosciuto colpevole di corruzione, appropriazione indebita e altri reati, oltre che di falsa testimonianza. La procura aveva chiesto 12 anni, accusando Lee Jae-yong di corruzione, appropriazione indebita, trasferimento illegale di fondi all'estero, occultamento delle prove e falsa testimonianza nell'ambito del complesso scandalo su corruzione e influenza politica che ha colpito l’ex presidente sudcoreana Park Geun-hye (ora in attesa di giudizio).
Il gruppo Samsung, con filiali in 58 paesi, pesa un quinto dell'economia sudcoreana e pare ormai essersi ripreso dal disastro economico causato dalle batterie difettose (ed esplosive) dei suoi smartphone: l'ultima trimestrale ha raggiunto il record di 10 miliardi di dollari.
AP/M. Ang.