Oltretevere

Vaticano, Maria è «madre di conforto» e non «corredentrice»

La Santa Sede chiarisce, con approvazione di Leone, il ruolo della madre di Gesù: centrale nella fede, ma non alla pari di Cristo

  • Oggi, 16:30
  • 2 ore fa
La Sacra Famiglia con San Giovanni e Santa Elisabetta in un paesaggio Dipinto di Nicolas Poussin (1594-1665)

La Sacra Famiglia con San Giovanni e Santa Elisabetta in un paesaggio Dipinto di Nicolas Poussin (1594-1665)

  • IMAGO / opale.photo
Di: Ansa/Rod 

La Madonna ha un ruolo importante nella fede cattolica, è materna, dà conforto e i pellegrinaggi ai santuari mariani hanno un «profondo valore teologico». Tuttavia, Maria non è sullo stesso piano di Cristo nell’opera di redenzione e, dunque, non può essere usato l’appellativo di «corredentrice» tra i tanti titoli con i quali viene invocata dai fedeli.

La Congregazione per la Dottrina della Fede guidata dal teologo argentino Víctor Manuel Fernández, con l’approvazione di Papa Leone, pone fine ad una disputa teologica sulla figura e il ruolo della Madre di Cristo. E anche se potrebbe sembrare solo una questione per gli addetti ai lavori, in realtà coinvolge milioni di fedeli e pone fine alla richiesta di nuovi dogmi arrivati negli ultimi anni sul tavolo dell’ex Sant’Uffizio da associazioni dell’area più conservatrice della Chiesa.

A volte la devozione mariana appare superiore a quella per lo stesso Gesù: «La maternità di Maria non pretende indebolire l’adorazione unica che si deve solo a Cristo, bensì stimolarla. Bisogna quindi evitare titoli ed espressioni riferiti a Maria che la presentino come una specie di “parafulmine” di fronte alla giustizia del Signore, come se Maria fosse un’alternativa necessaria all’insufficiente misericordia di Dio», si legge nel documento.

Dice Fernandez introducendo il documento: «La devozione mariana, che la maternità di Maria suscita, è presentata qui come un tesoro della Chiesa. Non si tratta di correggere la pietà del popolo fedele di Dio, che riscopre in Maria rifugio, forza, tenerezza e speranza, quanto soprattutto di valorizzarla, riconoscerne la bellezza e promuoverla». Ma questa non può essere la premessa per mettere Maria sullo stesso piano di Cristo.

Di qui la decisione della Congregazione, approvata da Leone XIV: «Considerata la necessità di spiegare il ruolo subordinato di Maria a Cristo nell’opera della Redenzione, è sempre inappropriato usare il titolo di “corredentrice” per definire la cooperazione di Maria. Questo titolo rischia di oscurare l’unica mediazione salvifica di Cristo e, pertanto, può generare confusione e squilibrio nell’armonia delle verità della fede cristiana».

Il documento, sul quale è arrivato il placet di Prevost ad ottobre, era pronto da marzo, quando era ancora vivo Papa Francesco che si era espresso sempre nettamente contro questo titolo di «corredentrice». Anche per Joseph Ratzinger era «una terminologia sbagliata». Così si espresse nel 1996, quando era prefetto per la Dottrina della Fede. Giovanni Paolo II invece «lo utilizzò, almeno in sette occasioni», si legge nel documento.

La richiesta di un nuovo dogma in questa direzione era arrivata dalle presunte apparizioni della Madonna ad Amsterdam alla veggente Isje Johanna Peerdeman (1905-1996) fra il 1945 e il 1984. Queste apparizioni non sono mai state riconosciute dalla Chiesa.

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Telegiornale 03.11.2025, 20:00

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