Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato un’intensificazione delle operazioni militari a Gaza City e nei suoi dintorni. L’obiettivo dichiarato è prendere il controllo della più grande città della Striscia di Gaza, considerata l’ultima grande roccaforte di Hamas.
“Stiamo estendendo le nostre operazioni alla periferia di Gaza City e alla città stessa”, ha detto il premier ai suoi ministri durante la riunione settimanale del governo. “Stiamo distruggendo le infrastrutture terroristiche e demolendo le torri identificate come utilizzate per il terrorismo”.
L’esercito israeliano ha abbattuto un’altra torre a Gaza City
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Secondo l’esercito israeliano, circa 100’000 residenti hanno già lasciato Gaza City. Le Nazioni Unite stimano che quasi un milione di persone vivano nella città e nei suoi dintorni. L’esercito afferma di controllare attualmente il 40% dell’area urbana.
Nelle ultime settimane, Israele ha intensificato i bombardamenti e le operazioni di terra nella città. Venerdì e sabato, dopo un appello all’evacuazione, le forze israeliane hanno distrutto due blocchi di torri a Gaza City, accusando Hamas di utilizzarli per scopi militari. Il movimento islamista palestinese ha negato queste accuse, definendole “menzogne”.
L’esercito israeliano, sabato, ha invitato i residenti a lasciare Gaza City per dirigersi verso la “zona umanitaria” di al-Mawassi, nel sud della Striscia. Secondo le autorità israeliane, quest’area sarebbe dotata di infrastrutture umanitarie, cibo e medicinali. “Abbiamo istituito un’altra zona umanitaria per consentire alla popolazione civile di Gaza di spostarsi in un’area sicura e ricevere aiuti umanitari”, ha commentato Netanyahu.
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Tuttavia, le testimonianze dei civili palestinesi contraddicono questa versione. Bassam al-Astal, 52 anni, che si è trasferito ad al-Mawassi con la sua famiglia, ha detto all’agenzia AFP che l’area non è “né umanitaria né sicura”. “Non c’è posto per le tende, non ci sono servizi umanitari, né acqua, né servizi igienici, né aiuti alimentari”, ha dichiarato.
Il governo israeliano accusa Hamas di impedire le evacuazioni e di usare i civili come “scudi umani”, accuse che il movimento palestinese nega fermamente dall’inizio del conflitto. L’esercito israeliano ha effettuato attacchi mortali anche su al-Mawassi, sostenendo di voler colpire i combattenti di Hamas.

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Anche questa domenica il bilancio delle operazioni militari conta nuove vittime. Almeno 21 palestinesi sono stati uccisi dagli attacchi israeliani a Gaza dall’alba. Lo scrive Al Jazeera, citando fonti mediche della Striscia, secondo cui la maggior parte delle uccisioni è avvenuta a Gaza City, dove sono state colpite una tenda e una scuola-rifugio.
Secondo quanto riferito, la tenda, situata vicino all’ospedale al-Wafa, ospitava sfollati, mentre almeno otto persone sono state uccise nel raid sulla scuola trasformata in rifugio dove si scava sotto le macerie.
Lo stesso ministero della Salute della Striscia, citato da Al Jazeera, ha reso noto che altri cinque palestinesi, tra cui tre bambini, sono morti di fame a Gaza nelle ultime 24 ore. Il numero totale di decessi per malnutrizione dall’inizio della guerra sale a 387, inclusi 138 bambini.

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