Nonostante siano passati oltre tre decenni dal 1989 e dalla caduta del Muro di Berlino, la riunificazione della Germania non può ancora dirsi completata, neppure sul piano cartografico. Nelle regioni orientali i nomi di piazze e strade continuano ad essere retaggio dei 45 anni d’influenza sovietica, ma oggi c’è chi questo capitolo vuole chiuderlo definitivamente.
In Germania dell’Est centinaia di strade e piazze portano ancora oggi i nomi degli ex leader politici del disciolto regime socialista o dei grandi filosofi e pensatori delle teorie comuniste, come Otto-Grotewohl-Strasse, Karl-Marx-Strasse o Leninplatz. In alcuni casi, più rari, si possono trovare strade dedicate a Palmiro Togliatti, Antonio Gramsci o Yuri Gagarin, cosmonauta dell’Unione Sovietica.
Si tratta della topografia vivente di uno Stato, quello della Repubblica Democratica Tedesca, che oggi non esiste più, ma che continua a sopravvivere con i suoi eroi ed ex rappresentanti politici, culturali e sociali, sui cartelli stradali da Dresda fino a Rostock. Dopo oltre 35 anni dalla caduta del muro di Berlino e dall’unificazione delle due Germanie, c’è chi chiede di porre fine a questa divisione nei nominativi delle strade.
L’incaricata del governo tedesco per le vittime delle dittature socialiste, Evelyn Zupke, ha invitato i sindaci delle città tedesche orientali a cancellare dai loro stradari i nomi delle personalità festeggiate ai tempi del regime socialista della DDR, quali Wilhelm Pieck, Otto Grotewohl, ma anche Lenin o Marx. Questi avrebbero rappresentato per milioni di cittadini, nella Germania dell’Est, un sistema repressivo antiliberale e totalitario.
Secondo Evelyn Zupker, i loro nomi andrebbero sostituiti con quelli di noti dissidenti nei Paesi dell’ex emisfero comunista, come ad esempio il polacco Lech Wałęsa, il ceco Václav Havel o il tedesco Robert Havemann.





