Reportage

Siria, l’ombra dello Stato islamico tra attacchi e vuoti di potere

Lo jihadismo sfrutta l’instabilità seguita al cambio di regime - Viaggio tra i combattenti curdi e nei campi-prigione dove i bimbi vengono indottrinati

  • Un'ora fa
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Di: Giovanni Porzio, reportage televisivi - ludoC, adattamento web

Gli Stati Uniti negli scorsi giorni hanno lanciato dei raid contro obiettivi dello Stato islamico in Siria: si era trattato, nelle intenzioni di Washington, di una rappresaglia contro un attacco che nei giorni precedenti era costato la vita a due soldati statunitensi. La presenza dello Stato islamico in Siria sta infatti tornando a farsi sentire: l’organizzazione jihadista aveva perso terreno a partire dal 2019, quando è stata sconfitta militarmente, ma senza mai scomparire. Le sue cellule clandestine sono sempre state attive e si sono recentemente riorganizzate nel vuoto di potere succedutosi alla caduta del regime di Assad, circa un anno fa.

Lo Stato islamico (IS) ha quindi intensificato gli attacchi non solo contro le forze statunitensi ma anche contro quelle curde nel nord-est del Paese, come confermano militari intervistati in un reportage trasmesso dal Telegiornale e realizzato lungo la linea del fronte, che corre lungo il confine del Rojava, da Deir ez-Zohr a Raqqa, l’ex capitale del Califfato dove migliaia di civili trucidati dall’IS sono sepolti nelle fosse comuni.

A Kobane, città simbolo della resistenza contro l’IS, le vedove, gli orfani e i mutilati sono in migliaia. “Sono stato ferito a Kobane durante la battaglia” racconta alla RSI uno dei combattenti kurdi, “il mio mezzo è stato colpito da un razzo. Uscito dall’ospedale sono tornato a combattere. A Raqqa ho perso la gamba nell’esplosione di un’autobomba”.

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Il reportage dalla Siria

Telegiornale 20.12.2025, 12:30

Nei campi-prigione l’ideologia jihadista prolifera

A poco più di dodici mesi dalla fine del regime di Bashar al-Assad, la Siria è immersa in un difficile percorso di ricomposizione nazionale. Il processo è però segnato da criticità nell’inclusione delle forze curde e da una nuova escalation delle tensioni di carattere settario. Le nuove autorità di Damasco, salite al potere con l’appoggio di Stati Uniti e Turchia, faticano a rafforzare il proprio controllo e a porre le basi per la costruzione di una Siria rinnovata.

Inoltre, l’estremismo islamico nella Repubblica araba non è stato ancora del tutto sconfitto e la lotta allo Stato islamico ha dato vita nel Paese a enormi campi di prigionia, come mostrato in un altro reportage diffuso dal Telegiornale della RSI, le cui immagini sono state realizzate in un campo nel quale vivono 25’000 persone, tra le quali molti stranieri che hanno combattuto negli scorsi anni tra le file dell’IS.

In questi luoghi l’ideologia jihadista prolifera. Gli ex combattenti vivono in queste prigioni a cielo aperto insieme a moglie e figli: bambini già indottrinati, che crescono per diventare miliziani.

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Nel carcere dei foreign fighters

Telegiornale 26.12.2025, 20:00

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