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Il "mestiere" del migrante

Il viaggio fotografico di Gianluca Grossi da Lesbo a Vienna - Il racconto/ Quinta tappa

  • 19 agosto 2015, 08:07
  • 18 giugno 2023, 10:50
Chi riesce a passare il confine, si dirige verso Budapest

Chi riesce a passare il confine, si dirige verso Budapest

  • ©Copyright 2015 Weast Productions

È stato un viaggio di circa venti giorni. Dall'isola greca di Lesbo a Vienna. Atene, Salonicco, Macedonia, Serbia, Ungheria, Austria. Per capire la vita di quelli che definiamo migranti: quasi fosse un mestiere o un passatempo. Esseri umani e basta andrebbe? Un giorno, ho accostato con la macchina un gruppo di ragazzi afgani appena sbarcati a Lesbo: camminavano dentro un calore pesante. Ho chiesto a uno di loro: "Water?". Ha pensato che volessi dell'acqua, io invece ne avevo fatto scorta. Mi ha porto la sua bottiglia. È un esempio fra i tanti.

Gianluca Grossi

Gianluca Grossi

  • ©2015 Redea Production

Quando arrivano in Grecia sorridono: sono pieni di speranze. Al più tardi in Macedonia hanno capito come stanno le cose. Alcuni ti chiedono: perché non mi aiuti, invece di fotografarmi? Vaglielo a spiegare che ci sono state due o tre, magari anche quattro occasioni in cui quello che fa foto e che ora gli sta davanti ha aiutato, testardamente, disperatamente, ottenendo qualcosa. Fra le migliaia di esseri umani in cammino c'è di tutto. Sono lo specchio della società. Giunto in treno a Vienna, mi sono messo a pensare. Lo chiamano viaggio della speranza: perché dovrebbe ridarla. O forse toglierla del tutto. Riferito, si capisce, al mondo e a come gira.


Gianluca Grossi

Il viaggio

Il viaggio

  • pix-RSI

Nota della redazione: Il nostro viaggio inizia da Lesbo. Seguiteci, ogni giorno pubblicheremo gli altri scatti che raccontano la storia di questi "esseri umani".

Quinta tappa
Quarta tappa

Terza tappa

Migranti sul confine greco con la Macedonia (non lontano da Salonicco), l’attraversamento

Seconda tappaSbarchi notturni sull'isola di Lesbo
Prima tappa

Isola di Lesbo: sbarchi e oggetti lasciati sulle spiagge dai migranti, spezzoni delle loro vite

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