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Los Angeles, cosa c’è dietro l’intervento di Trump?

Il punto con Massimiliano Herber e Andrew Spannaus su crisi istituzionale, tensioni sociali e l’uso della guardia nazionale voluto dal presidente degli Stati Uniti

  • Ieri, 23:05
  • Un'ora fa
09:53

Scontri a Los Angeles, l'analisi

Telegiornale 09.06.2025, 20:00

  • Keystone
Di: Telegiornale/gfont 

È scontro aperto tra la Casa Bianca e lo Stato della California dopo la decisione del presidente Donald Trump di dispiegare la Guardia nazionale a Los Angeles senza il consenso delle autorità locali. Il governatore Gavin Newsom ha annunciato su X l’intenzione di fare causa al governo federale, definendo l’intervento illegittimo e accusando Washington di alimentare il caos. In città la tensione resta alta, tra proteste e presenza militare, dopo una serie di arresti di migranti irregolari condotti dell’agenzia federale ICE.

La scelta presidenziale ha sollevato interrogativi sia politici che legali: si tratta di un intervento legittimo o di un abuso di potere? Secondo il corrispondente RSI negli Stati Uniti Massimiliano Herber, Trump si è appellato al Titolo 10 del codice statunitense, che autorizza l’impiego della Guardia Nazionale in caso di ribellione o minacce gravi all’ordine pubblico. Si tratta però di una misura raramente applicata. “L’ultimo precedente risale a 60 anni fa, durante gli scontri per i diritti civili in Alabama”, spiega Herber al Telegiornale. “Ancora una volta Trump sembra testare i limiti costituzionali del suo mandato, con una mossa che appare come un tentativo di scavalcare i leader locali, quasi a volerli provocare”.

Dietro la decisione si intravede anche una strategia politica. Come osserva il giornalista Andrew Spannaus, il presidente cercava da tempo un’occasione per usare le forze militari sul territorio nazionale, in particolare nelle città governate dai democratici. “Ha scelto di agire d’ufficio, senza attendere la richiesta del governatore, come avviene normalmente con la Guardia Nazionale, che è sotto il controllo degli Stati”.

L’operazione dell’ICE rientra nella promessa elettorale di Trump di espellere milioni di persone irregolari, ma la scelta di militarizzare la risposta alle proteste ha acceso nuove polemiche. “È una prova di forza presidenziale, una bocciatura provocatoria del modello californiano”, afferma Herber, sottolineando che è anche “un attacco diretto a Gavin Newsom, potenziale candidato democratico alle presidenziali del 2028”.

Il piano di espulsioni di Trump presenta tuttavia ostacoli concreti, per esempio nei casi di famiglie con genitori irregolari e figli cittadini statunitensi, dove i rimpatri si rivelano particolarmente complessi. “Il clamore dello scontro rischia di oscurare il vero nodo”, conclude Herber, ovvero cosa fare con “undici o dodici milioni di persone che lavorano, vivono integrate nelle comunità, ma non hanno documenti. Davvero l’unica risposta possibile è l’espulsione di massa? L’attuale crisi dimostra che il programma del presidente è molto più complesso di quanto egli stesso potesse prevedere”.

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Scontri a Los Angeles, la California denuncia Trump

Telegiornale 09.06.2025, 20:00

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