Le scuole negli Stati Uniti stanno affrontando un’ondata senza precedenti di divieti di libri. Dal 2021, PEN America ha registrato oltre 16’000 casi di “book bans”. Una portata che non si vedeva dai tempi del maccartismo negli anni Cinquanta. Questa nuova “guerra culturale” si inserisce in un contesto di crescente polarizzazione del panorama politico americano.

Un lungo elenco
Fino a poco tempo fa, negli Stati Uniti erano soprattutto i privati cittadini a chiedere alle scuole di esaminare il contenuto di alcuni libri, ritenuti problematici. Ma oggi il fenomeno è cambiato, osserva Kasey Meehan, responsabile del programma “Libertà di leggere” dell’associazione di scrittrici e scrittori PEN America. Sempre più spesso si trovano liste stilate da governatori repubblicani e autorità scolastiche. Esistono persino leggi che vietano completamente alcune tematiche.
La Florida come modello
Questo cambiamento radicale, sia nel metodo che nella quantità, si inserisce in una “guerra culturale”. La Florida è all’avanguardia in questa battaglia. Il Dipartimento dell’Istruzione dello Stato d’adozione di Donald Trump, che dal 2019 ha come governatore il repubblicano Ron DeSantis, ha esercitato forti pressioni su un distretto scolastico, minacciandolo di azioni legali se non avesse rimosso libri definiti “pornografici”. Questo ha portato altri distretti a ritirare libri in via preventiva, spesso senza nemmeno esaminarne il contenuto.

David Zuckerman, Lieutenant Govenor del Vermont, in carica fino all'inizio di quest'anno, aveva promosso un "Banned Books Tour". Qui, l'autrice Jo Knowles legge un passaggio del suo "See You at Harry's". Zuckerman è sullo sfondo
Questa tattica intimidatoria è particolarmente preoccupante, secondo PEN America, perché funge da modello per altri Stati e fa temere un’espansione del movimento a livello nazionale. Iniziative legislative e formulazioni giuridiche nate in Florida sono già state riprese in altri Stati come Iowa, Utah e Tennessee, sottolinea Kasey Meehan.
Nel mirino: storia, razzismo e sessualità
PEN America considera “book ban” ogni libro che era disponibile in una scuola pubblica e che è stato successivamente rimosso a causa del suo contenuto. I libri presi di mira trattano soprattutto tematiche LGBTQIA+, la storia degli Stati Uniti, il razzismo o la sessualità. I gruppi conservatori sostengono che questi libri siano inadatti all’età degli studenti o che diffondano ideologie particolari.
"Lasciate leggere la Florida", si legge sulla maglietta di questa partecipante a un evento a Tallahassee nel 2023
Tra i libri censurati con maggiore frequenza figura un romanzo grafico ispirato al Diario di Anna Frank. Il motivo: una scena in cui l’adolescente esprime brevemente un’attrazione verso una donna. Anche se questi pensieri sono presenti nel testo originale, le illustrazioni del fumetto sono ritenute troppo esplicite, osserva Kasey Meehan.
Questo può essere considerato un trend: piuttosto spesso i libri vietati sono “graphic novels”.
I “Banned Books” come nuovo genere letterario
Un tempo i “book bans” erano un fenomeno locale, ma oggi si riscontrano in gran parte degli Stati Uniti. Un movimento incoraggiato da esponenti vicini all’amministrazione Trump. Questa tendenza è preoccupante, afferma Kasey Meehan, perché priva gli studenti di informazioni e storie fondamentali. Secondo lei, la letteratura è essenziale per sviluppare il pensiero critico, l’empatia e la consapevolezza di sé.
PEN America si oppone attivamente a questi divieti. L’organizzazione documenta i casi e invita gli americani a farsi un’opinione leggendo i libri censurati. Questa strategia di resistenza si manifesta anche in alcune librerie statunitensi, dove si trovano interi scaffali etichettati “Banned Books” – libri vietati presentati come un nuovo genere letterario.
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