Un ponte a lungo atteso e dibattuto che collega la terraferma italiana con la Sicilia ha superato mercoledì un importante ostacolo, consentendo l’inizio dei lavori su quello che sarebbe il ponte sospeso più lungo del mondo, nonostante le preoccupazioni riguardanti i terremoti, gli impatti ambientali e la minaccia di infiltrazioni mafiose.
Un comitato interministeriale con supervisione sugli investimenti pubblici strategici ha approvato il progetto da 13,5 miliardi di euro, ha dichiarato il Ministero dei trasporti in un comunicato. Matteo Salvini ha anche detto che il progetto sarà “un acceleratore per lo sviluppo” per l’Italia meridionale. I lavori preliminari potrebbero iniziare entro quest’estate con la costruzione prevista dall’anno prossimo.
Il grande viadotto sullo Stretto di Messina è stato approvato e cancellato più volte da quando un governo italiano ha richiesto per la prima volta studi di fattibilità nel 1969. Il progetto è stato poi ripreso dall’amministrazione della premier Giorgia Meloni nel 2023. Va rilevato che l’idea di realizzare un collegamento tra la Sicilia e la penisola italiana risale all’antica Roma.
La decisione segna una vittoria politica per Salvini, che ha fatto della realizzazione del ponte un obiettivo fondamentale del suo mandato, affermando che rappresenterebbe “una rivoluzione” per il sud Italia, portando lavoro e crescita economica. Il viadotto tra Calabria e Sicilia misurerebbe quasi 3,7 chilometri.
L’infrastruttura da record per Roma servirà anche alla NATO
La sua campata sospesa raggiunge i 3,3 chilometri, superando il ponte di Canakkale in Turchia, attualmente il più lungo (2’023 metri). Con quattro corsie di traffico affiancate da una ferrovia a doppio binario, il ponte avrebbe la capacità di sostenere 6’000 auto all’ora e 200 treni al giorno.
Il progetto potrebbe fornire un impulso all’impegno dell’Italia di aumentare la spesa per la difesa al 5% del PIL, come delineato dalla NATO, poiché il governo ha indicato che classificherebbe il ponte come correlato alla difesa, aiutandolo a raggiungere un componente di sicurezza del 1,5%.
L’Esecutivo di Giorgia Meloni sostiene che il ponte costituirebbe un corridoio strategico per movimenti rapidi di truppe e dispiegamento di equipaggiamenti nelle fiancate meridionali della NATO, qualificandolo come un “infrastruttura che migliora la sicurezza”.
Un gruppo di oltre 600 professori e ricercatori ha firmato una lettera all’inizio di quest’estate in opposizione alla classificazione militare, osservando che una tale mossa richiederebbe ulteriori valutazioni per vedere se potrebbe resistere a un uso militare. Gli oppositori affermano anche che la designazione potrebbe rendere il ponte un obiettivo.