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Gaza, i tre corpi restituiti “non sono di ostaggi israeliani”

L’esercito smentisce che si tratti di vittime del 7 ottobre. Hamas ha finora restituito 17 delle 28 salme promesse - Quasi 150 i palestinesi uccisi in due bombardamenti israeliani

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I tre corpi non identificati sono stati consegnati venerdì sera da Gaza a Israele tramite la Croce Rossa

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Di: ATS/AFP/dielle 

I tre corpi non identificati consegnati venerdì sera da Gaza a Israele tramite la Croce Rossa non appartengono agli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 da Hamas. Lo ha confermato sabato un portavoce dell’esercito israeliano all’agenzia AFP.

Già venerdì sera, al momento della consegna, una fonte militare aveva espresso dubbi sul fatto che si trattasse di corpi di ostaggi.

Finora il movimento islamista palestinese ha restituito le spoglie di 17 dei 28 ostaggi deceduti che si era impegnato a riconsegnare nell’ambito dell’accordo di tregua negoziato dagli Stati Uniti con Israele. Tra queste, 15 sono di israeliani, una di un cittadino thailandese e una di un nepalese.

Secondo i termini dell’accordo di cessate il fuoco, per ogni israeliano restituito, Israele ha riconsegnato 15 corpi di palestinesi morti durante il conflitto, per un totale di 225.

Dopo l’inizio del cessate il fuoco, Hamas ha liberato gli ultimi venti ostaggi sopravvissuti ancora in suo possesso e ha avviato il processo di restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti. I ritardi nella consegna delle salme hanno provocato la rabbia del governo israeliano, che ha accusato Hamas di violare l’accordo di tregua. Le famiglie degli ostaggi hanno chiesto misure più severe per costringere il gruppo palestinese a rispettare l’intesa.

Dieci corpi di ostaggi del 7 ottobre sarebbero ancora a Gaza, oltre a quello di un soldato morto durante un conflitto nel 2014. 

Finora quasi 150 palestinesi uccisi in due bombardamenti israeliani

Nel frattempo, Israele ha condotto due massicci bombardamenti su Gaza dal 10 ottobre, giustificandoli come rappresaglia ad attacchi che hanno ucciso tre suoi soldati. Il 19 ottobre e martedì scorso i raid israeliani avrebbero causato rispettivamente almeno 45 e 104 vittime, secondo fonti palestinesi.

Hamas, che nega di aver sparato contro i soldati israeliani, ha accusato Israele di violare il cessate il fuoco.

Due raid israeliani sul Libano, ucciso dirigente Hezbollah

Resta aperto intanto anche il fronte con il Libano: nel secondo dei due raid con droni compiuti ieri (venerdì) da Israele sul sud del Libano è stato colpito e ucciso un importante dirigente militare di Hezbollah, secondo quanto rivendica oggi l’esercito (IDF), citato dai media israeliani.

L’attacco è avvenuto nella zona di Nabatieh e la vittima accertata, secondo le Forze di difesa israeliane, citate dal “Times of Israel”, sarebbe membro dell’unità di élite Radwan Force, indicato come “responsabile dell’organizzazione di attentati contro lo Stato di Israele” e della “riorganizzazione delle infrastrutture militari” della milizia filo-iraniana libanese.

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