ANALISI

Rivoluzione ad Hollywood: chi comprerà la Warner Bros?

Il braccio di ferro tra Netflix e Paramount per uno dei grandi del cinema USA sotto la lente di Modem

  • Un'ora fa
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Chi comprerà la Warner Bros?

Modem 11.12.2025, 08:30

  • Keystone
Di: joe.p. 

“Ciò a cui si sta assistendo - spiega ai microfoni di Modem il collaboratore della RSI Cristiano Valli - è il convergere di due naturali fasi dell’esistenza di aziende come Warner e Netflix. Da una parte una compagnia che arriva dalla cosiddetta old economy, giunta allo stadio in cui le singole parti, gli asset, i titoli, valgono più di quel che vale l’azienda tutta intera in termini di profitto. Ha poca liquidità e il settore è in crisi, sia per il cinema che per le news: Hollywood non si è mai davvero ripresa dallo sciopero di due anni fa. Dall’altra parte c’è Netflix, che ha una liquidità immensa, ma come molte aziende della new economy è passata dallo stadio in cui fare utili è considerato secondario, perché il focus è conquistare l’egemonia del mercato, a quello in cui gli azionisti chiedono utili. Ma la congiuntura per Netflix non è quella di qualche anno fa. Impressionante, per certi versi, pensare in quanto poco tempo Netflix sia invecchiata agli occhi degli utenti. L’offerta Warner è forse l’unica mossa possibile per cercare di sopravvivere in un mercato in cui non è più prima nello streaming, in cui ha perso il primato tecnologico e in cui non possiede asset significativi”.

La cronaca della vicenda

Questa l’analisi della vicenda, in poche parole. Ma andiamo con ordine, ricostruendo dapprima i fatti. Netflix ha raggiunto un accordo per acquistare gli studios e le attività in streaming di Warner Bros Discovery per 83 miliardi di dollari (CNN esclusa, ndr). “Insieme possiamo offrire al pubblico quello che vuole e ama”, ha confermato il CEO di Netflix Ted Sarandos.

Il colosso della tv in streaming ha così battuto Paramount Skydance e Comcast, che avevano presentato offerte per Warner Bros. Paramount però ha deciso di non mollare la presa. E nonostante Warner Bros Discovery abbia scelto Netflix, Paramount ha rilanciato mettendo sul piatto 108 miliardi di dollari per l’intera azienda. Un’offerta ostile che ha aperto di fatto una battaglia che si preannuncia dura e sul cui esito deciderà anche Donald Trump.

L’accordo tra Netflix e Warner Bros Discovery - prima di essere definitivamente validato - dovrà in ogni caso essere approvato dalle autorità antitrust, ma la strada potrebbe non essere facile. Secondo indiscrezioni il presidente americano avrebbe preferito che Warner Bros fosse acquistata da Paramount Skydance, il gigante guidato da David Ellison, il figlio di Larry Ellison, alleato della Casa Bianca. “Sarò coinvolto nella decisione” sulle nozze, ha ammesso lo stesso Trump, sottolineando che l’accordo fra le due società “potrebbe essere un problema”.

Due offerte diverse

Si tratta di due offerte molto differenti. “A Netflix - spiega ancora Cristiano Valli a Modem - interessa Warner per il catalogo e per gli studios, HBO per il prestigio (CNN resterebbe fuori dall’accordo). Gli studios sono fondamentali per Netflix, per il mercato interno, perché fino ad ora non è mai stata proprietaria di gran parte degli show che ha prodotto negli Stati Uniti. Per lo meno la proprietà dei contenuti è sempre rimasta agli studios. Il catalogo rientra invece in una scommessa sulle intelligenze artificiali, che al momento sono un enorme punto interrogativo. Ma è un settore in cui non si può certo farsi trovare impreparati. Nell’altro caso parliamo di operazione che porterebbe a un monopolio di fatto nel campo dei media con David Ellison per la Paramount”.

“Ed è interessante che nel documento presentato da Paramount all’organo di controllo della Borsa degli Stati Uniti - prosegue Valli - non si nasconde. Si legge che l’offerta non può essere soggetta alla commissione di controllo degli investimenti stranieri, perché il Qatar e l’Arabia Saudita rinunciano a essere parte della governance dell’azienda. È un mettere le mani avanti irrituale, perché l’equity coinvolta è proprietà di un cittadino statunitense, il genero di Donald Trump. Il rituale, ma significativo, rimane per entrambe le offerte il nodo dell’Antitrust. Ricordiamo però che la legge antitrust negli Stati Uniti non tutela il mercato ma i consumatori. Non è fatta per evitare i monopoli ma i cartelli e non si prospettano svantaggi per gli spettatori. Credo che l’ok dell’Antitrust non sia in discussione”.

Il lato oscuro delle fusioni

“Se pensiamo alla tendenza che si sta verificando oramai negli ultimi due decenni nell’ambito dei media - spiega a Modem la docente di economia dei media all’Università della Svizzera italiana Benedetta Prario - possiamo dire che abbiamo assistito a diverse fusioni e a diverse acquisizioni in questi settori. Basta pensare alla fusione tra Disney e 20th Century Fox. Oppure al fallimento di una grande fusione tra American Online e Time Warner. O ancora alla più recente fusione tra Warner Media e Discovery, che ha portato proprio alla nascita di Warner Bros Discovery, che è oggi al centro di un’altra possibile fusione”.

“E la storia - prosegue Prario - ci insegna che queste operazioni hanno portato sicuramente a una sempre maggiore concentrazione, con le conseguenze che essa comporta. E questo sia in termini di pluralismo delle informazioni, che in termini di perdita di pluralità e di indipendenza creativa. E questo aspetto è già stato diciamo sottolineato come un rischio, nel caso di questa fusione, dal sindacato degli sceneggiatori americani. Ma porta anche a delle conseguenze economiche per le imprese: aumento di debiti, difficoltà gestionali e in alcuni casi anche a dei rischi per noi consumatori. Non sempre queste grandi acquisizioni, portano a dei vantaggi tangibili per noi consumatori”.

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Modem 11.12.2025, 08:30

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Cosa cambierebbe per Netflix in caso di accordo?

“Con questo accordo - spiega a Modem l’esperto di cinema della RSI Alessandro Bertoglio - passiamo dalla Warner, che è uno studio tradizionale che ha più di 100 anni di vita a un competitore che è Netflix che ha soltanto dei grandissimi server pieni di film e di telefilm. Netflix non produce film nel senso fisico. Li compra già fatti dagli studios. Mettere insieme queste due cose sarebbe un passo in avanti per Netflix, che diventerebbe un produttore vero. E otterrebbe anche un catalogo sterminato e ricchissimo. Ma registi ed autori mettono le mani avanti perché Netflix ha sempre avuto un rapporto conflittuale con quello che è il cinema al cinema. Mentre invece Hollywood vive di cinema al cinema. La Warner aveva avviato il suo processo divisione della società da alcuni mesi. Per questo motivo Netflix ha fatto un’offerta, peraltro accettata, per la parte studios e streaming. Quando hanno fatto la conferenza stampa congiunta venerdì pomeriggio hanno detto che il marchio è storico e continueranno a produrre film negli studios Warner. Ma quello che succederà... è tutto da scoprire”.

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