Il piano statunitense per porre fine all’invasione russa dell’Ucraina non pretende che Kiev rinunci formalmente alla NATO. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando ai giornalisti nella capitale ucraina. Zelensky ha poi detto che l’ultima versione del piano prevede il congelamento del fronte lungo le linee attuali e l’avvio di discussioni sulla creazione di zone demilitarizzate.
“La linea di dispiegamento delle truppe alla data dell’accordo è la linea di contatto de facto riconosciuta”, ha affermato Zelensky. “Un gruppo di lavoro si riunirà per determinare il ridispiegamento delle forze necessario per porre fine al conflitto, nonché per definire i parametri di possibili future zone economiche speciali”, ha aggiunto.
In seguito, ha dichiarato che, in base al piano, l’Ucraina organizzerà le elezioni presidenziali il prima possibile dopo la firma dell’accordo per mettere la parola fine ai combattimenti.
Il leader ucraino ha aggiunto di aspettarsi che Mosca risponda già oggi (mercoledì) all’ultima versione della bozza di proposta concordata tra Washington e Kiev per porre fine alla guerra. “Riceveremo la risposta russa dopo che la parte americana avrà parlato con loro”, ha detto Zelensky ai reporter, mentre illustrava i dettagli del nuovo piano in 20 punti elaborato durante i colloqui del fine settimana a Miami.
Il capo di Stato di Kiev ha affermato che i negoziatori ucraini e americani non sono riusciti a trovare un consenso a lungo termine sulle questioni territoriali per porre fine alla guerra con la Russia, invitando ad affrontare l’argomento in occasione di un incontro tra i leader. Inoltre, stando a quanto ha spiegato Volodymyr Zelensky ai media, il piano americano per l’Ucraina è tale da spianare la strada a potenziali zone smilitarizzate.
Zelensky ha riferito inoltre che l’Ucraina stima le perdite totali causate dalla guerra con la Russia a 800 miliardi di dollari e spera di raccogliere questi fondi attraverso vari finanziamenti per la ricostruzione postbellica. “L’obiettivo sarà quello di mobilitare 800 miliardi di dollari attraverso capitale azionario, sovvenzioni, obbligazioni di debito e contributi del settore privato per aiutare l’Ucraina a realizzare appieno il suo potenziale”, ha aggiunto.
“Non siamo riusciti a raggiungere un consenso con la parte americana sul territorio di Donetsk e sulla centrale nucleare di Zaporizhia”, ha dichiarato Zelensky, secondo quanto riportato mercoledì. Si è detto “pronto a incontrare gli Stati Uniti a livello di leader per affrontare le questioni delicate”, dopo aver già chiesto in passato un incontro trilaterale.
Egli rimarca infatti come Washington proponga che la centrale atomica a Enerhodar, nell’Oblast di Zaporizhia, occupata dai russi nel sud dell’Ucraina, sia gestita congiuntamente da Mosca, Kiev e Washington, ma si dichiara contrario a tale eventualità. “La centrale nucleare di Zaporizhia sarebbe gestita congiuntamente da tre Paesi: Ucraina, Stati Uniti e Russia. Per l’Ucraina, ciò sembra molto inappropriato e non del tutto realistico”, ha dichiarato Zelensky ai giornalisti, tra cui quelli della AFP.
Intanto nella notte di mercoledì le truppe russe affermano di aver occupato l’importante località di Zarichne, proprio nell’Oblast di Zaporizhia dove si trova il sito nucleare conteso. La notizia è stata confermata dal ministero della Difesa del Cremlino, ma non ci sono prove in tal senso fornite da fonti indipendenti.
Ucraina: le sofferenze dei combattenti (reportage)
SEIDISERA 23.12.2025, 18:00
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