Non è condivisa dal Parlamento la decisione del Consiglio federale di vietare le adozioni internazionali: gli Stati hanno infatti approvato oggi, mercoledì, una mozione del Nazionale che chiede al Governo di tornare sui suoi passi.
L’atto parlamentare è stato tacitamente accolto, ma i consiglieri agli Stati hanno precisato il testo in modo da lasciare all’Esecutivo un sufficiente margine di manovra. La mozione, in una nuova versione, torna così all’esame della Camera del popolo: essa chiede al Consiglio federale di mettere in consultazione una revisione normativa che includa due varianti su cui il Parlamento potrà pronunciarsi.
La prima corrisponde all’orientamento iniziale del Governo di cessare le adozioni internazionali. La seconda prevede invece una riduzione dei Paesi interessati, nonché il coinvolgimento dei Cantoni e degli intermediari. In ambedue i casi le procedure di adozione in corso non devono essere interessate dalla revisione. “Disporremo così di una base sufficiente per dibattere”, ha osservato Isabelle Chassot (Centro/FR) a nome della commissione competente.
Il Governo aveva annunciato il suo orientamento a fine gennaio, incaricando il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborare un progetto di legge entro la fine del 2026. L’intento è di lottare contro abusi che in alcuni casi si verificano. La decisione dell’Esecutivo è stata accolta molto negativamente nella società e dai partiti: una petizione intitolata “Salviamo le adozioni internazionali” è stata depositata in Cancelleria federale, con più di 10’000 firme a sostegno.
Radiogiornale delle 12.30 del 10.12.2025










