Si è svolta oggi alla residenza del Lohn di Kehrsatz - nei pressi di Berna - la visita di Stato del primo ministro cinese, Li Qiang. Dopo gli onori militari, Li Qiang e la presidente della Confederazione, Viola Amherd, si sono ritirati per colloqui.
In Svizzera anche il premier cinese Li Qiang
Telegiornale 15.01.2024, 12:30
Stando a speculazioni dei giorni scorsi, tema della discussioni potrebbe essere stato l’accordo di libero scambio fra la Cina e la Svizzera, intesa che Berna vorrebbe estendere. Gli ultimi incontri fra le parti risalgono oramai al 2018.
Il primo ministro cinese è atteso inoltre al Forum economico di Davos. Il numero due cinese è probabilmente la personalità più in vista della manifestazione, assieme al presidente ucraino Zelensky. La visita del premier avviene nel bel mezzo di una congiuntura segnata dalla deflazione in Cina, dalla debole crescita e dalla persistente crisi immobiliare.
Sempre per quanto attiene alle relazioni Svizzera-Cina, il primo luglio 2022, in una dichiarazione pubblicata sul sito del ministero cinese del commercio, un portavoce aveva dichiarato che le discussioni sull’estensione dell’accordo di libero scambio fra i due Paesi non erano congelate, come invece riferito dal media svizzeri e dalla Segreteria di Stato dell’economia. Quella firmata nel luglio del 2013 e entrata in vigore l’anno successivo è un’intesa “di alto livello, ricca di contenuti e benefica per entrambi”, stando a una presa di posizione ripresa all’epoca da RTS.
Nel 2017, Berna e Pechino hanno firmato un memorandum d’intesa per l’avvio di uno studio congiunto volto ad aggiornare l’accordo. Berna sarebbe interessata ad estenderlo, soprattutto nel settore dei prodotti industriali.
Va detto che negli ultimi anni, la pressione cinese su Taiwan non ha lasciato indifferente il parlamento, ciò che ha irritato Pechino. Nel maggio 2023, per esempio, l’ambasciata cinese a Berna aveva reagito con impeto alla volontà del Consiglio nazionale di rafforzare i contatti col parlamento di Taiwan, definendola una “grossolana intromissione” negli affari interni dello Stato comunista. Nel corso della sessione speciale, la Camera del popolo aveva infatti accolto una mozione che mira all’avvicinamento dei due legislativi. L’ambasciata cinese chiedeva al Consiglio nazionale di attenersi al principio dell’unica Cina.
La Svizzera non riconosce Taiwan come Stato a causa della politica “una sola Cina” in vigore dal 1950. Tuttavia, oltre alle relazioni diplomatiche, intrattiene rapporti molto buoni su più livelli con lo Stato insulare.