Le emittenti della radiotelevisione svizzerotedesca SRF non faranno più giornalismo d'opinione: le trasmissioni d'informazione dovranno solo riferire e non più valutare, ha dichiarato la nuova direttrice Nathalie Wappler che entrerà in funzione la prossima primavera.
"Dobbiamo fare un programma che informi ma non polarizzi. Dobbiamo chiaramente non fare giornalismo d'opinione", ha spiegato la 50enne nominata lunedì alla successione di Ruedi Matter a partire dalla prossima primavera in un'intervista alla "NZZ am Sonntag". "Se in un servizio diamo la parola a un politico e poi il giornalista dà l'impressione di saperla lunga, ciò provoca una perdita di fiducia", ha affermato la futura direttrice, secondo cui i giornalisti devono impegnarsi a non ricorrere a cliché del tipo "democentristi = fumatori di sigari".
L'intrattenimento del servizio pubblico non deve poi assolutamente essere denigrante o voyeuristico. E nell'informazione non bisogna chiamare allo scandalo: "anche in futuro non voglio titoli sensazionalistici con l'obiettivo di ottenere il numero maggiore di clic" sul sito web. La futura direttrice intende poi rafforzare la cultura senza sottoporla alla pressione delle quote di telespettatori.
Nathalie Wappler ha anche annunciato di voler collaborare con media ed editori privati: pensa a pool comuni di giornalisti nelle regioni, attraverso i quali le piccole redazioni possono servirsi del know-how della SRF, come ha fatto la britannica BBC per rafforzare il giornalismo locale. Modelli del genere potrebbero essere interessanti anche per la Svizzera.
ATS/Swing