Svizzera

Dal tasso di cambio con l’euro alla crisi del Credit Suisse

Thomas Jordan lascia la presidenza della Banca Nazionale Svizzera: il ritratto di un banchiere centrale che ha affrontato molteplici sfide

  • 1 marzo, 16:50
  • 1 marzo, 16:50
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Thomas Jordan

  • Keystone
Di: RG-Gianluca Olgiati/RSI Info

“È giunto il momento giusto per dimettermi”. Con queste parole il presidente della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan ha annunciato in un comunicato stamani che lascerà il suo incarico a fine settembre. Dal tasso di cambio con l’euro alla crisi del Credit Suisse, il 61enne nei suoi 12 anni alla testa della BNS ha attraversato una serie di periodi turbolenti.

Alto, autorevole, ogni parola ponderata. Thomas Jordan è diventato il volto della banca nazionale svizzera in un periodo in cui i banchieri centrali si sono ritrovati spesso in prima fila, più di quanto volessero, per tranquillizzare i mercati, dare stabilità all’economia. Una carriera in BNS iniziata oltre un quarto di secolo fa per Jordan, chiamato improvvisamente a presiedere la direzione generale nel 2012 dopo la partenza di Philipp Hildebrand, costretto a farsi da parte in seguito a transazioni controverse della moglie. E le crisi hanno costellato il percorso del 61enne di Bienne. Dalla crisi finanziaria del 2008 e il salvataggio di UBS a quella giornata storica del 15 gennaio 2015.

L’annuncio dell’abolizione del tasso di cambio minimo di 1.20 tra franco e euro introdotto nel 2011, un tasso minimo che aveva fatto accumulare una montagna di valuta estera alla BNS, ritenuto non più sostenibile. Un annuncio che scosse i mercati e scioccò il settore delle esportazioni, con un cambio con l’euro che crollò prima di ristabilirsi attorno alla parità.

E non era finita.

Del 2014 un altro annuncio storico, quello dell’introduzione dei tassi negativi destinati a durare otto anni, con l’obiettivo di contenere la forza del franco. Nel mirino della BNS sempre la stabilità dei prezzi, ma anche la stabilità di una piazza finanziaria scossa più volte.

L’ultima volta meno di un anno fa con il tracollo di Credit Suisse, l’iniezione di liquidità da parte della BNS e con un Thomas Jordan ritrovatosi ancora una volta protagonista di un’operazione che ha cambiato il volto alla piazza finanziaria elvetica

Thomas Jordan si dimette

Telegiornale 01.03.2024, 12:30

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