Svizzera

Disputa sui prezzi, ritirato un trattamento antitumorale in Svizzera

Il mancato accordo tra la casa farmaceutica Roche e l’Ufficio federale della sanità ha tolto dal mercato nazionale un prodotto in grado di combattere il linfoma follicolare

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SEIDISERA del 19.07.2025 - Roche ritira un farmaco dalla Svizzera

RSI New Articles 19.07.2025, 22:23

  • Keystone
Di: SEIDISERA/sdr 

Il Lunsumio, un medicamento della Roche usato per combattere il linfoma follicolare, un tumore che annualmente colpisce circa 500 persone nel nostro Paese, dal primo luglio è stato ritirato dal mercato elvetico. Una decisione motivata non da aspetti sanitari, bensì monetari.

Un medicamento rivoluzionario

Va subito precisato che l’efficacia di questo farmaco ha stupito gli addetti ai lavori. “Questo tipo di immunoterapia, che si basa sul principio attivo del mosunetuzumab, centrale nel Lunsumio, si può definire rivoluzionaria”, ha dichiarato Carmen de Ramón Ortiz, ematologa all’ospedale universitario di Ginevra, ai microfoni di RTS. Questo permette di potenziare le difese naturali risvegliando anticorpi specifici già presenti nel corpo. I medicamenti usati in passato per combattere i linfomi follicolari erano meno efficaci e molto più tossici.

“Fondamentale dunque, dice la dottoressa, è che questo medicamento torni sul mercato”. Fortunatamente questo tumore si sviluppa molto lentamente e non tutti quelli che ne sono toccati necessitano di questa terapia. Ma naturalmente per chi ne ha bisogno, la situazione attuale non è ideale. D’altro canto, ammette Carmen de Ramón Ortiz, c’è anche comprensione nei confronti di Roche. Un lavoro simile è giusto che venga remunerato, ed è proprio questo il pomo della discordia: il prezzo della cura.

La disputa, e le posizioni, di Roche e dell’Ufficio Federale per la Sanità pubblica

“Malgrado si sia dimostrata essere una terapia valida, ha sottolineato la direttrice di Roche svizzera Katharina Gasser ai microfoni di SRF, non ci è stato riconosciuto un compenso sostenibile appropriato per questo medicinale”. A regolare il prezzo dei medicamenti rimborsati dalle casse malati, e a stabilire il prezzo massimo di quelli presenti nell’elenco delle specialità - ricordiamo - è l’Ufficio federale per la sanità pubblica. “Abbiamo avuto contatti per mesi con questo ufficio - spiega Gasser - abbiamo concesso grandi sconti, saremmo stati pronti a farlo anche in ottica futura, ma purtroppo non è stato possibile trovare un accordo. Stiamo parlando di un progetto pilota effettuato con l’Ufficio federale per la sanità pubblica, per il quale abbiamo usato i dati raccolti durante la fase due dello studio, la sperimentazione clinica, per permettere il più rapidamente possibile alle persone colpite da questo tipo di tumore di accedere al farmaco. Ma progetto pilota, oltretutto su un tipo di malattia rara, significa anche meno dati nuovi a disposizione da presentare alle autorità per il processo di omologazione definitiva”. Importante ricordare, ha poi aggiunto la direttrice di Roche Svizzera, che chi fa capo a questo preparato continuerà a riceverlo anche in futuro. E anche nuovi pazienti che potrebbero trovare giovamento da questo medicamento - in Svizzera un paio all’anno -hanno la possibilità di ottenerlo gratuitamente iscrivendosi allo Swiss Patient Access Program , un programma avviato dalla Società svizzera di Oncologia medica e sostenuto da aziende farmaceutiche.

“Ci spiace che Roche abbia deciso di ritirare Lunsumio dal mercato elvetico, ha fatto sapere la portavoce dell’Ufficio federale per la sanità pubblica, Gabriela Giacometti. Da parte nostra siamo aperti al dialogo per trovare una soluzione. Va ricordato che, malgrado ancora non siano a disposizione tutti i dati necessari per un’omologazione definitiva, da parte nostra abbiamo permesso che questo venisse rimborsato. Malgrado ciò, Roche ha chiesto condizioni migliori. Ciò che, se fosse stato permesso - specifica Giacometti - avrebbe portato ad una disparità di trattamento nei confronti di altre ditte farmaceutiche. Il “come” viene stabilito un prezzo dei medicinali è chiaramente regolato e malgrado da parte nostra siano state fatte diverse proposte, Roche comunque deciso di ritirare il prodotto. Ciò che, conclude Giacometti, ci ha stupito. In passato, infatti, questa casa farmaceutica ha sempre assunto un ruolo pionieristico per quanto riguarda il modello di rimborso.

“Crediamo che il caso non possa essere un primo tentativo per portare ad un aumento del prezzo dei medicamenti anche contro altri tumori. Ad affermarlo Mirjam Lämmle, direttrice della Lega svizzera contro il cancro. Ciò avrebbe conseguenze per tutti. Siamo consci che lo sviluppo di medicinali innovativi sia una grande sfida. “E’ anche giusto che vengano concordati prezzi corretti, ma queste discussioni devono essere trasparenti, conclude Lämmle. È giunto il momento di porre una fine alle trattative praticamente segrete tra case farmaceutiche e Ufficio federale per la sanità pubblica”.

I precedenti con Roche

“Non è la prima volta”. L’approfondimento a SEIDISERA della giornalista Monica Fornasier, in merito al ritiro di farmaci, apre alcune riflessioni. Vi è un altro caso che aveva coinvolto sempre Roche, nel 2014. Un caso emblematico, spiega, che riguardava il Perjeta, un farmaco usato per curare una forma aggressiva del tumore al seno. In questo caso era già stato omologato ed era rimborsato dall’assicurazione di base già da un anno. L’Ufficio federale della sanità pubblica aveva poi riesaminato la situazione e aveva ritenuto troppo elevato il costo - che era di quasi 4’000 franchi per flacone. Per cui un ciclo di cura di un anno comportava una spesa di 70’000 franchi. Roche aveva rifiutato di abbassare il prezzo ed era quindi stato ritirato dall’elenco delle specialità - cioè la lista dei farmaci coperti dall’assicurazione di base se prescritti da un medico - lista stilata dall’Ufficio federale della sanità. Quando un farmaco esce da questo elenco spettava poi a ogni singola cassa malati decidere se assumersi i costi imposti dal produttore oppure no. Cito questo caso perché era stato emblematico: per la prima volta Oncosuisse - l’associazione di tutti gli attori impegnati nella lotta contro il cancro - si era ritrovata al centro del braccio di ferro tra produttore e autorità federale.

Ancora, nel 2024 l’Ufficio federale della sanità ha deciso l’ammissione o l’introduzione di modifiche per 156 nuovi medicamenti nell’elenco delle specialità. Nuovi medicamenti e nuove indicazioni vengono inseriti su richiesta delle aziende farmaceutiche in base a tre criteri: efficacia, appropriatezza ed economicità. Quindi l’aspetto economico conta tanto quanto quello medico. Il Controllo federale delle finanze regolarmente fa una valutazione di questa procedura di ammissione nell’elenco delle specialità. Nel rapporto del 2024 si evidenziavano in particolare i ritardi dovuti a lunghe trattative proprio sui prezzi. E come si fissa il prezzo di un medicamento nel corso del negoziato con il produttore? Viene determinato sulla base di confronti con i prezzi all’estero e con i prezzi di medicamenti in uso fino a quel momento. In ogni caso, dato questo del Controllo federale delle finanze, i prezzi stabiliti per i nuovi farmaci oncologici nel 2024 erano in media più costosi dell’83% rispetto ai prezzi dei farmaci utilizzati in precedenza. L’approfondimento cita poi un aspetto importante evidenziato da esperti del settore: nel caso Lunsumio il sospetto è che abbiano influito anche ragioni geopolitiche. Il presidente americano, Trump, ha annunciato la sua intenzione di ridurre il prezzo dei farmaci negli Stati Uniti  che sono il mercato più importante per Roche, allineandoli a quelli europei. Lunsumio sarebbe quindi un primo test per Roche.        

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