La Svizzera è “potenza protettrice” degli Stati Uniti in Iran da quasi mezzo secolo, cioè da quando i due Paesi ruppero le relazioni diplomatiche a seguito della crisi degli ostaggi nel 1979. Ma cosa comporta questo ruolo e che influenza potrebbe avere oggi per una risoluzione pacifica del conflitto? Lo storico Sacha Zala, direttore del Centro di ricerca Documenti diplomatici svizzeri, fa chiarezza sulle diverse terminologie diplomatiche. E ridimensiona di parecchio l’effettiva “potenza” di questo incarico.
“Il ruolo della potenza protettrice - spiega Zala ai microfoni della RSI - è quello di rappresentare gli interessi di un Paese terzo in un altro Paese. Il mediatore, invece, è qualcuno, o un Paese, che cerca di risolvere un conflitto. È su questo aspetto che si fa sempre una grande confusione. La Svizzera rappresenta gli interessi americani e quindi funge da canale di comunicazione tra l’Iran e gli Stati Uniti”.
Un ufficio un po’ sopravvalutato? “Il ruolo di rappresentanza degli interessi di un Paese terzo è proprio l’ultima ratio nel caso di guerra quando i due Paesi cercano di mantenere una minima comunicazione, soprattutto per gli interessi consolari vale a dire per fare gli interessi dei propri cittadini. Il ruolo del mediatore, invece, può anche essere compromettente, perché uno dei due Paesi potrebbe percepire che l’intermediario tenga le parti dell’altro. Anche se ci sono dei casi, come ad esempio quando dal 1961 al 2015 la Svizzera rappresentò gli interessi americani a Cuba e viceversa, in cui effettivamente la Svizzera fece anche dei tentativi, aiutati dalle due parti, per cercare di normalizzare la situazione. Di fatto però è controproducente se questo canale di comunicazione viene politicizzato attraverso un atto di mediazione”.

Iran, la reazione di Cassis
Telegiornale 13.06.2025, 20:00

L'operazione USA contro i siti nucleari iraniani
Telegiornale 22.06.2025, 20:00