La mortalità in Svizzera nei primi sette mesi di quest’anno non è aumentata rispetto alla media degli ultimi 5 anni nonostante il COVID-19. A dirlo sono i dati dell’Ufficio federale di statistica.
A fine luglio erano morte nel nostro paese 39'211 persone, 538 in meno rispetto al 2019 e 1'685 rispetto al 2015. Negli over 65 si è registrata una mortalità più elevata “solo” dello 0,2% (35’406 osservati contro i 35'341 attesi, dunque 65 casi in più rispetto agli anni passati). Quali le ragioni?
“Questi dati – spiega Paolo Ferrari, capo area medica dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) - hanno a che fare probabilmente con il fatto che nei mesi di gennaio e febbraio non c’era un’influenza grave quindi ci sono stati meno decessi tra gli anziani e i residenti delle case per anziani. Questi sono poi stati colpiti in modo sproporzionato dal COVID-19. Chi è sopravvissuto anche tra queste categorie più a rischio adesso ha una speranza di sopravvivenza migliore.
Un fenomeno noto
Una visione condivisa anche da Philippe Wanner, professore di demografia all'Università di Ginevra. “Certe persone che sono morte in marzo non avevano una speranza di vita lunga", spiega alla RSI. "Erano persone fragili che sarebbero morte nei mesi successivi probabilmente. La stessa tendenza l’abbiamo vista per alcune influenze passate e per la canicola del 2003. Capita spesso dunque che dopo un picco pandemico ci siano meno morti", aggiunge.
Ticino +14%
“Poi ci sono stati meno incidenti, ma questo spiega solo marginalmente il fenomeno. Gli incidenti sono solo 35-40 per mese, il che non incide sulla mortalità. Quello che ci attendavamo invece era una sovramortalità dovuta a chi è deceduto a causa di malattie o problematiche perché non ci si è recati in ospedale per paura del covid. Questo fenomeno non sembra essersi verificato attendiamo quindi maggiori dati per trovare una spiegazione".
Non tutte le regioni però sono state toccate alla stessa maniera. Il COVID-19 ha colpito più duro a Ginevra, Friburgo, Vallese dove la sovra-mortalità varia dal 2,5% al 10% rispetto alla media. In Ticino invece – uno dei cantoni più toccati dal virus – la sovramortalità di questi primi sette mesi era pari al 14%.
“Il sistema ospedaliero ha retto”
“Sì. il COVID-19 non ha colpito allo stesso modo a livello regionale - spiega ancora Philippe Wanner - tuttavia, la questione principale della malattia non è la mortalità. Sappiamo che muore solo l’1% dei malati in media e molto spesso persone già fragili e in fin di vita. Il grosso problema del nuovo coronavirus è la presa a carico dei malati e la pressione sulle infrastrutture sanitarie se non si attuano misure di contenimento”.
“La mortalità è solo un indicatore ultimo - conclude Wanner - con il quale non possiamo interpretare la bontà o meno delle misure di confinamento. E poi bisognerà attendere cifre più precise l’anno prossimo sulle cause di morte. Possiamo dire dunque che questi dati dimostrano come in Svizzera il sistema sanitario abbia retto bene nel suo insieme, in altri paesi come Inghilterra, Spagna, Italia invece la situazione è stata molto peggiore".
Mortalità non sopra la media in Svizzera
Telegiornale 16.08.2020, 22:30