Svizzera

The Guardian abbandona X, il Consiglio federale resta

Mentre il quotidiano britannico definisce il social network di Musk “tossico”, il Governo svizzero lo considera ancora “un canale importante per la comunicazione governativa”

  • 13 novembre, 21:40
  • 14 novembre, 08:51
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Defezioni dalla piattaforma X, ci si interroga anche in Svizzera

SEIDISERA 13.11.2024, 18:00

  • Keystone
Di: SEIDISERA/ats/afp/gf 

Il social network di Elon Musk è “una piattaforma mediatica tossica”: così il quotidiano britannico The Guardian ha annunciato mercoledì la decisione di non pubblicare più contenuti su X, invitando i suoi lettori a seguire le notizie sul sito web o tramite l’applicazione del giornale.

Una scelta - almeno per il momento - non condivisa dal Consiglio federale, che continua a considerare le opportunità dell’ex Twitter superiori ai rischi: “È un canale importante per la comunicazione governativa, sia a livello nazionale che internazionale” , spiega Andrea Arcidiacono, vicecancelliere e portavoce del Consiglio federale, evidenziando come la piattaforma permetta “rapite prese di posizione sugli eventi”. Arcidiacono riconosce comunque le criticità di X, legate anche alla sua appartenenza all’amministratore delegato di Tesla, figura controversa e ormai parte della futura amministrazione Trump: “È importante assicurare una valutazione e una moderazione continua di tutte queste piattaforme”.

La strategia per i social media del Consiglio federale resta dunque in evoluzione e in attesa di una linea comune per l’intero Governo, ciascun consigliere federale e dipartimento può decidere se e come presenziare sui social. Karin Keller-Sutter e Albert Rösti, per esempio, non hanno mai aperto come consiglieri federali un profilo personale su X, mentre Elisabeth Baume-Schneider ha chiuso il suo a ottobre e il collega Beat Jans starebbe valutando di fare lo stesso.

Da Twitter a X

L’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk è stato completato il 27 ottobre 2022 per circa 44 miliardi di dollari. Musk aveva annunciato l’intenzione di acquistare la piattaforma ad aprile dello stesso anno, citando la volontà di trasformarla in un ambiente più aperto e meno regolamentato per la libertà di parola. La transazione ha però incontrato diversi ostacoli, tra cui le preoccupazioni legali di Musk sui dati relativi agli account falsi e bot presenti sulla piattaforma, che lo hanno portato a ritardare e poi a tentare di ritirarsi dall’acquisto. Dopo una serie di controversie legali, Elon Musk ha accettato di completare l’acquisizione. Subito dopo, ha portato una serie di cambiamenti, tra cui il licenziamento di circa metà dei dipendenti, una nuova struttura a pagamento per l’account verificato tramite il servizio Twitter Blue e una ridefinizione delle politiche sui contenuti.

Uno dei punti più controversi è stata la rimozione dei controlli tradizionali di verifica, trasformando il “badge blu” in un servizio a pagamento, criticato per aver ridotto la credibilità dell’identità degli utenti e aumentando i casi di account falsi. Dubbi sono sorti anche in merito alla capacità di gestire la sicurezza della piattaforma, soprattutto riguardo alla protezione dei dati e al monitoraggio dei contenuti problematici.



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