Qualità dell’assistenza ambulatoriale a domicilio e prevenzione delle infezioni durante i ricoveri ospedalieri: sono gli assi su cui la Commissione federale per la qualità (CFQ) intende focalizzarsi nel futuro prossimo.
La CFQ, istituita nel 2021, ha il compito di promuovere la qualità delle prestazioni mediche in Svizzera, in linea con la legge federale sull’assicurazione malattia. Dopo quattro anni di attività, ha presentato oggi a Berna alla stampa un primo bilancio intermedio e tratteggiato le priorità su cui intende lavorare: per l’appunto migliorare la qualità negli istituti medico-sociali e garantire un approvvigionamento sicuro di farmaci.
Il presidente della CFQ, l’economista specializzato nel settore sanitario Michael Jordi, ha sottolineato l’importanza della qualità in questo ambito. “Una migliore qualità ha a lungo termine anche un effetto di compressione dei costi. Inoltre anche i fornitori di prestazioni possono approfittarne, in particolare guadagnando in termini di reputazione, di soddisfazione del personale e di clima di lavoro”.
Bisogna investire
L’evoluzione della qualità in ambito sanitario “è uno dei punti centrali della fornitura di cure”, ma “e c’è un ma - ha sottolineato Jordi - bisogna investire nella formazione, nel personale, nella documentazione, nei processi, e nella digitalizzazione”.
Nell’estate 2025, la CFQ lancerà due nuovi programmi pluriennali. Quello per la prevenzione delle infezioni in ospedale si protrarrà fino al 2030: esso prevede la creazione di un’infrastruttura di misurazione, sostiene misure di qualità nella pratica e completa la Strategia nazionale per la sorveglianza, la prevenzione e la lotta contro le infezioni negli ospedali e nelle case di cura (Strategia NOSO).
Il secondo programma riguarda la qualità dell’assistenza al di fuori degli ospedali e delle case di cura. L’obiettivo è garantire che anche le persone che ricevono assistenza a domicilio beneficino delle misure. Esso durerà fino al 2031 e la sua attuazione sarà affidata alle associazioni Spitex: si mira a sostenere gli specialisti nella prassi e dare ai pazienti la certezza di essere ben assistiti in ogni caso.
Cure di lunga degenza
Riguardo alle attività in corso, la CFQ ha in particolare avviato un programma nazionale, in collaborazione con associazioni del settore, per standardizzare e migliorare la qualità delle cure. In Svizzera, circa 1’500 case di cura si occupano della cura di lunga degenza, ma la qualità dei servizi varia significativamente.
Per l’attuazione la commissione si appoggia a terzi, in questo caso alle associazioni Curaviva e Senesuisse (associazione degli istituti economicamente indipendenti per le persone anziane), ha sottolineato Franziska Zúñiga, membro della CFQ. Queste ultime hanno affidato il compito di procedere alle misurazioni e ai rilevamenti a un consorzio formato da tre Alte Scuole Universitarie. L’Istituto di Scienze infermieristiche dell’Università di Basilea (InS) per la Svizzera tedesca, per la Romandia l’Institut et Haute Ecole de la Santé La Source e per il Ticino la Scuola universitaria processionale della Svizzera italiana (SUPSI).
Farmaci
Un altro tema caro alla CFQ è quello dell’approvvigionamento dei medicamenti: a causa di una penuria mondiale e di problemi nella catena di distribuzione, al giorno d’oggi numerosi farmaci vengono a mancare improvvisamente e devono essere sostituiti con altri, aumentando così il rischio di confusione. La CFQ ha affidato alla Fondazione Sicurezza dei pazienti Svizzera un programma (2025-2031) per minimizzare i rischi legati alla sostituzione di medicinali, come errori di dosaggio, collaborando con professionisti per garantire misure efficaci.
La CFQ dedica grande attenzione alla sicurezza dei farmaci, anche al di fuori delle case di cura. Negli ultimi anni ha investito 3,6 milioni di franchi in progetti come un’app informativa per donne incinte e iniziative per ridurre l’uso di sonniferi e tranquillanti negli anziani.
Sistema sanitario, un futuro incerto
Modem 30.04.2025, 08:30
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