Zurigo, cuore pulsante della finanza e della tecnologia svizzera, si trova oggi al centro di una crisi abitativa che mette a dura prova chi cerca casa. Giovani, famiglie e lavoratori fanno sempre più fatica a trovare un tetto a prezzi accessibili: la domanda cresce, l’offerta resta scarsa e gli affitti continuano a salire, con rincari stimati tra il 6 e il 10% negli ultimi tre anni.
In una città dove i prezzi non conoscono controlli diretti, le soluzioni si fanno sempre più improvvisate, come testimonia un servizio andato in onda a Falò: camere in appartamenti condivisi, soggiorni trasformati in stanze da letto, volantini appesi nei quartieri o biglietti infilati nelle bucalettere. È il mercato parallelo della sopravvivenza, in cui la creatività diventa l’unico strumento per resistere.
Le ragioni della crisi sono molteplici. Le ex aree industriali, riconvertite negli anni passati, hanno ormai esaurito il loro potenziale. I nuovi progetti faticano a partire, rallentati da iter burocratici infiniti e ricorsi che bloccano i cantieri. Nel frattempo, alcune agenzie sfruttano edifici destinati alla demolizione, affittandoli stanza per stanza a prezzi esorbitanti, spesso superiori al valore reale di mercato.
La gentrificazione non conosce sosta: palazzi ristrutturati vengono abbattuti per far posto a costruzioni più moderne, ma anche più care. Il risultato? Chi ha redditi medio-bassi è costretto a lasciare il centro e spostarsi in periferia, in zone meno servite. A guidare queste trasformazioni sono soprattutto grandi investitori istituzionali – fondi pensione e assicurazioni – che vedono nelle case un investimento redditizio, più che un bene primario.
Il Comune prova a correre ai ripari. Ha nominato un delegato per l’emergenza abitativa e punta a incrementare gli alloggi senza scopo di lucro, portandoli dall’attuale 27% al 33% entro il 2050. Una strategia importante, ma che richiede tempo, mentre l’urgenza cresce di giorno in giorno.
Neppure il mercato online offre certezze: tra annunci gonfiati e truffe con richieste di pagamenti anticipati, la caccia alla casa può trasformarsi in una trappola per gli inquilini più ingenui.
Eppure, in mezzo alle difficoltà, emergono anche storie di resistenza. Gruppi di cittadini e vicinati si organizzano per difendere i propri quartieri, costruendo reti di solidarietà e chiedendo a gran voce un modello di città che resti inclusivo.
La partita, insomma, è ancora aperta. Per qualcuno la ricerca si conclude felicemente, per molti altri resta un percorso a ostacoli. Ma una cosa è chiara: il futuro di Zurigo si giocherà sulla capacità di conciliare sviluppo urbano e diritto all’abitare. Solo così la città potrà evitare di diventare un luogo riservato esclusivamente ai più abbienti.