Ticino e Grigioni

“La violenza di genere è una violazione dei diritti umani”

Ha preso il via la campagna di 16 giorni volta a sensibilizzare, informare e dare voce anche alle persone con disabilità - Intervista a Giorgia Bazzuri

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La campagna durerà dal 25 novembre al 10 dicembre

La campagna durerà dal 25 novembre al 10 dicembre

  • 16giorni
Di: Alice Caldelari 

Ogni due settimane, in Svizzera, una persona muore per violenza domestica. Nello scorso anno, sono state 26 le vittime e stando ai dati di polizia svizzeri, il 70% erano donne.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne cade il 25 novembre, e segna l’avvio della campagna nazionale “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”. Dal 2008 è coordinata dalla ONG Frieda e dal 2023 si è estesa anche in Romandia e nella Svizzera italiana.

Ai microfoni della RSI, Giorgia Bazzuri, responsabile della comunicazione nella Svizzera italiana, spiega la scelta della durata. “La campagna si svolge dal 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, al 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani. In questo modo di sottolinea che la violenza di genere è una violazione dei diritti umani. L’obiettivo è sensibilizzare, informare e incoraggiare azioni concrete per proteggere le vittime e prevenire nuove violenze. È anche un invito ai media, alle istituzioni e al pubblico a conoscere delle realtà che spesso rimangono nascoste”.

Durante i 16 giorni vengono organizzati numerosi eventi, anche nella Svizzera italiana: workshop, conferenze, installazioni artistiche e rappresentazioni teatrali. “L’ideale sarebbe che una campagna come questa duri 365 giorni”, aggiunge Giorgia Bazzuri.

Ogni anno viene scelto un tema centrale.

“Il tema di quest’anno è la violenza di genere vissuta dalle persone con disabilità. In Svizzera ci sono 1,9 milioni di persone con disabilità, quasi una su cinque. Studi condotti all’estero dimostrano che donne e persone queer con disabilità hanno da 2 a 4 volte più probabilità di subire violenze rispetto a chi non ha disabilità e tuttavia sono assenti dalle statistiche. La scelta del tema nasce dalla consapevolezza che queste persone affrontano discriminazioni multiple: di genere e legate alla loro disabilità”.

Perché se ne parla poco?

“Le persone con disabilità necessitano di assistenza e, in caso di violenza, rivolgersi proprio a chi dovrebbe prendersi cura di loro è già un ostacolo. Anche accedere alle informazioni o segnalare la propria situazione è difficile: le linee telefoniche non sono sempre fruibili, ad esempio per le persone sorde; i siti web spesso non offrono contenuti in lingua facile o nella lingua dei segni e non tutte le case protette sono completamente accessibili perché magari hanno ingressi per sedie a rotelle ma non in tutte le aree della struttura”.

Come colmare queste lacune?  

“È fondamentale dare un nome a queste violenze, renderle visibili e raccogliere dati precisi: senza dati non si può comprendere l’estensione del problema. Sarebbe necessaria una formazione specifica per i professionisti della sanità, dei servizi sociali e della giustizia. Soprattutto bisogna coinvolgere direttamente le persone interessate, e non parlare al loro posto: solo loro sanno quali sono i bisogni reali e dove è necessario intervenire”.

07:47
L’organizzazione denuncia l’aumento “allarmante” della violenza contro le donne.

Violenza domestica, il Ticino stila un bilancio

SEIDISERA 25.11.2025, 18:00

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12:26

Violenza domestica e disabilità

Prima Ora 24.11.2025, 18:00

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