In Ticino l’agriturismo resta un settore di nicchia, ma oggi è finito al centro dell’attenzione con la “Giornata cantonale dell’agriturismo”, promossa dal Centro di competenze Agriturismo Ticino. Nel cantone sono una settantina le aziende agricole che affiancano alla produzione tradizionale qualche attività rivolta ai turisti.
Un unico settore, esperienze diverse
La giornata ha riunito operatori del settore con esperienze diverse: da chi pratica l’agriturismo da trent’anni a chi sta valutando se intraprendere questa strada. Grazia Cavallini dell’azienda Cavallini di Cabbio, attiva nel settore da tre decenni, vede nell’agriturismo un’opportunità preziosa. “Troviamo sia un’occasione favolosa per aprire le aziende al pubblico e trovare nuovi estimatori dei prodotti locali”, ha detto ai microfoni di SEIDISERA.
Anche le proposte possono essere innovative, come dimostra Eva Arnoldi dell’azienda Marachiei in Leventina: “Abbiamo una yurta in alpe a 2’100 metri. Io faccio attività coi cavalli, passeggiate, trekking, lezioni coi bambini”. L’inventiva è stimolante, ma resta “chiaramente un gran lavoro”, racconta Arnoldi. Uno sforzo che però considera necessario, perché “abbiamo posti bellissimi e delle realtà da far conoscere che trovo sia peccato tenerle solo per noi”.
Omar Pedrini, presidente dell’Unione Contadini ticinesi, ricorda tuttavia che l’agriturismo non è per tutti: “Lavorare nel settore dell’agriturismo vuol dire essere aperti ad avere gente attorno, avere movimento all’interno dell’azienda, all’interno, magari anche della casa: è un’attività che deve essere sentita da dentro”.

Cresce l'agriturismo in ticino
Prima Ora 24.11.2025, 18:00
Il nodo della burocrazia
Il principale ostacolo allo sviluppo del settore resta la burocrazia. Katia Ambrosini, che sta valutando l’implementazione dell’agriturismo nell’azienda agricola del figlio a Cevio, nel suo intervento a SEIDISERA non usa mezzi termini: “Secondo me è tutta la burocrazia che soprattutto sta tartassando tanto l’agricoltura. Siamo in una società che continuiamo a fare moduli nuovi, carte nuove e questo è un qualcosa su cui bisogna, in una qualche maniera, fare un po’ di passi indietro”.
Dello stesso parare anche Eva Arnoldi, che sottolinea come l’iter amministrativo possa scoraggia anche chi è motivato. “Quello che trovo peccato è che quando ci sono persone, magari giovani, che si impegnano, che hanno l’apertura mentale per il turismo e per creare qualcosa di bello, spesso si ritrovano il bastone tra le ruote per la burocrazia”.
Una soluzione potrebbe passare da una maggiore collaborazione. “Si potrebbe cercare una soluzione di messa in rete dove con diverse aziende agricole si potrebbe mettere a disposizione dei servizi esternamente”, propone il direttore di Bellinzona e Alto Ticino Turismo Juri Clericetti.





