Lo confesso... più che di cronaca sono appassionato di storia. Appena posso mi distacco dalla redazione del Quotidiano per fare approfondimenti sul territorio, i miei colleghi lo sanno e mi prendono in giro “sei sempre a spasso tra sassi e vecchi muri”.
Dopo essere andato alla ricerca dei villaggi abbandonati la scorsa primavera, in estate ho scoperto con una certa sorpresa che le vie storiche di importanza nazionale - quelle iscritte nell’inventario federale - sono molte più di quanto si possa pensare nella Svizzera italiana, almeno un centinaio.
Come si spiega? Certamente per l’intrico geografico delle valli Sudalpine ma anche perché era una questione di sopravvivenza. Con vie storiche, infatti, non si designano soltanto collegamenti d’importanza nazionale (o cantonale) ma soprattutto strade carrabili sentieri, mulattiere che avevano un’importanza vitale per le comunità rurali. Ecco perché nella Svizzera italiana, contraddistinta da un territorio impervio soprattutto nelle Valli superiori, la gente del luogo si prestava – anche a costo di sforzi immani talvolta - a tracciarle, a costruirle, a restaurarle e a mantenerle nel tempo.
Servivano per accedere ai pascoli più alti, per estrarre materiale dalle cave, per commercializzare dei prodotti, come avveniva sulla via delle Vose in Valle Onsernone dove le donne trasportavano la binda di paglia al mercato di Intragna, per farne cappelli e sporte. O per trasportare ogni genere di merce come avveniva sulla via del Ritom dove d’inverno si scendeva coraggiosamente con le slitte per trasportare legna, fieno, ghiaccio per conservare gli alimenti e anche il prezioso letame.
Insomma nulla di poetico… Quelle che per noi oggi sono semplici passeggiate, un tempo avevano per la gente del luogo un significato prettamente economico, vitale.
Naturalmente le vie storiche per essere classificate nell’inventario federale devono aver conservato precisi elementi di originalità ed elementi storici di rilievo che le contraddistinguono, come muri a secco, ponti, cappelle, oratori e chiesette. L’esperienza fatta sul territorio, lungi dall’essere esaustiva, è stata affascinante (anche se un po’ faticosa per il peso del materiale che ci scarrozziamo in giro), sia per l’aspetto storico della scoperta ma anche per aver toccato con mano l’impegno e la dedizione con cui gli enti locali Comuni, patriziati e privati cittadini si stanno prodigando per tentare di salvare queste testimonianze che i nostri avi ci hanno lasciato.
Ad Altanca, ad esempio, il piccolo Patriziato ha appena restaurato la via storica ai pascoli di Piora, quella che – scolpite nella roccia – conserva delle iscrizioni misteriose, ancora indecifrate. Un piccolissimo patriziato che è riuscito ad unire le forze e a racimolare mezzo milione di franchi per il restauro. Lo stesso si sta facendo a Claro per sistemare la mulattiera che porta al Convento di Santa Maria.
Tuttavia questo tipo di restauro molto conservativo costa! E moltissimo resta da fare ma se a muoversi è il privato, il patriziato o la piccola associazione, le possibilità di accedere agli aiuti cantonali e federali sono maggiori. La protezione dei beni culturali e materiali in Ticino spetta in primis ai loro proprietari, se non c’è la volontà del singolo proprietario o della comunità locale, molto difficilmente l’ente pubblico potrà intervenire anche se si tratta di un bene iscritto a livello comunale o addirittura cantonale...Così è in Ticino, l’intervento viene dal basso e forse, tutto sommato, è un bene che sia così.
In Prima Ora abbiamo ripercorso alcune vie storiche della Svizzera italiana, tracciati antichi che non sempre ricalcano quelli attuali. Vie storiche che oggi poco alla volta vengono riscoperte e -nel migliore dei casi- anche restaurate.
La via della paglia

Le vie storiche, Onsernone
Prima Ora 03.09.2025, 18:00
Nonostante il titolo possa evocare loschi affari, non è così! Andiamo alla scoperta di una mulattiera che univa – in modo molto più diretto di quanto accade oggi- due valli del Locarnese: l’Onsernone e le Centovalli. Partiamo da Loco per raggiungere Intragna sull’affascinante via delle Vose percorsa un tempo dalle donne con le gerle che trasportavano “la binda”, le trecce di paglia necessarie per creare i famosi cappelli che poi i mercanti onsernonesi, riuniti in una sorta di corporazione, commerciavano in tutta Europa.
Gli elementi primordiali
Lodrino e la sua via storica
Prima Ora 09.09.2025, 18:00
Per la nostra rubrica sulle vie storiche saliamo con Giulio Foletti in Valle di Lodrino, una valle laterale del Ticino piuttosto impervia che veniva percorsa principalmente dagli allevatori che praticavano la transumanza. Un contesto ostico nel quale però sorprendentemente è stato possibile sfruttare le risorse naturali che la valle offriva per mettere in piedi un’attività preindustriale. Con risorse come la legna o l’acqua, ma anche con il quarzo e il silicio (provenienti dal granito) fu così possibile produrre il vetro. Tutto questo già più di 300 anni fa...
La Cantonale com’era

Le vie storiche in valle di Blenio
Prima Ora 17.09.2025, 18:00
In Valle di Blenio percorriamo la cosiddetta “via del Satro”. Fu realizzata nel 1819 dalla giovane repubblica del Canton Ticino, ed è una delle prime strade cantonali, rimasta esattamente com’era. Contrariamente a quanto avviene oggi questa Cantonale correva sulla sponda sinistra del fiume Brenno ma poi fu giudicata troppo pericolosa a causa della montagna incombente; il nostro percorso lungo la via del Satro parte dalle terme di Acquarossa e arriva al villaggio di Dongio con i suoi caratteristici grotti.
Un tuffo nel Medioevo

Le vie storiche portano anche a Morbio
Prima Ora 03.10.2025, 18:00
Andiamo nel Mendrisiotto, tra Morbio superiore e Castel San Pietro, lungo la vecchia cantonale che passava le gole della Breggia correndo più in basso di quella attuale. Un percorso che ci porta a scoprire i ruderi di un grande castello medievale che il Parco Gole della Breggia vorrebbe tornare a scavare, e una bellissima chiesa medievale-la Chiesa Rossa- il cui colore richiama un fatto di sangue avvenuto più di 500 anni fa.
Una via delle genti

Lungo la via storica del San Bernardino
Prima Ora 21.10.2025, 18:00
La via del passo è percorsa già dalla Preistoria. Il nome risale al (presunto) passaggio di San Bernardino da Siena dopo la sua beatificazione. Ma ci sono numerosi tracciati che da secoli. si intersecano fra loro sulla via del passo…
La strada carrozzabile del San Bernardino fu voluta dal Canton Grigioni con il sostegno finanziario del regno di Sardegna e Piemonte interessati a creare un collegamento tra il porto di Genova e il lago di Costanza. Il giovane Canton Ticino - inizialmente disposto a cofinanziare la strada nel tratto fino da Arbedo a Lumino – subiva però la pressione dell’Austria che governava il lombardo veneto e che non voleva si creasse una trasversale alpina fuori dal proprio controllo. Alla fine, si trovò un accordo.
La via della transumanza

La via storica del Ritom
Prima Ora 24.11.2025, 18:00
Percorriamo assieme la via del Ritom che un tempo congiungeva l’alta Leventina con la Valle di Blenio: una via praticata sia d’estate che nella stagione invernale con rudimentali slitte, attraverso il Passo dell’Uomo. Partiamo da Altanca - frazione di Quinto - per salire ai pascoli di Piora, da dove proviene il famoso formaggio. Un percorso appena restaurato dal Patriziato locale che conserva alcune scritte misteriose, non ancora decifrate...








