Il tema dell’uso dei cellulari tra i più giovani è al centro del dibattito politico ed educativo in Europa. Dopo l’annuncio dell’Italia, che intende proibirne l’utilizzo fino alle scuole superiori, e il divieto già in vigore in Austria fino alle medie, anche in Ticino si discute di questa eventualità. È successo giovedì a Mendrisio, in occasione del Forum Genitorialità, che raggruppa 42 enti e si occupa di formazione e consulenza ai genitori.
Le ragioni? Le stesse su cui si interrogano da tempo educatori e neuroscienziati: proteggere il cervello in via di sviluppo, in particolare nella sfera sociale. “Il nostro cervello sociale (responsabile delle capacità relazionali, ndr.) si sviluppa fino ai 24 anni. In questa fase diventa fondamentale e importante avere un approccio orientato alle relazioni” reali, spiega ai microfoni di SEIDISERA Rosalba Morese, ricercatrice in psicologia e neuroscienze sociali all’USI.
Un eventuale divieto scolastico, sottolinea lo psicologo Roberto Barone, esperto di tecnologie e dipendenze digitali, aiuterebbe i giovani a sviluppare capacità di autoregolazione e fornirebbe confini chiari per studenti e genitori. “Si ha una pretesa molto alta di autoregolazione, ma poi si mette poco i ragazzi in condizione di autoregolarsi”, osserva.

C'è chi vuole vietare i cellulari a scuola
Il Quotidiano 28.05.2025, 19:00