Tutto è partito l’estate scorsa, da un’inchiesta che gli inquirenti avevano avviato per una serie di furti avvenuti nel Mendrisiotto. Le verifiche svolte hanno fatto sorgere il sospetto che uno degli imputati fosse in possesso di dati riservati. Di qui gli accertamenti successivi, grazie ai quali si è poi riusciti a risalire alla fonte.
Le informazioni provenivano da un agente della polizia cantonale, attivo nella regione. Dalle indagini – condotte anche in collaborazione con la stessa cantonale – non è emerso che abbia agito per aiutare la persona a sottrarsi alla giustizia. Senza rispondere a domande dirette, si è lasciato scappare indicazioni che invece avrebbe dovuto tenere per sé. E questo in un’unica occasione.
Il procuratore generale Andrea Pagani ha quindi escluso il reato di favoreggiamento. Qualche giorno fa, contro il poliziotto (sempre rimasto a piede libero) ha emesso però un decreto d’accusa per violazione del segreto d’ufficio. Pagani ne ha proposto la condanna a una pena pecuniaria sospesa e al pagamento di una multa.
L’agente ha deciso di impugnare il decreto. Il caso approderà dunque alla pretura penale. Nel frattempo l’uomo – secondo le informazioni raccolte dalla RSI – è stato sospeso dal servizio.
Il Quotidiano del 19.12.2025





