Ticino e Grigioni

Dopo dieci anni, condannato il responsabile “dell’ecomostro di Breganzona”

Accusa e difesa si sono accordate per tre anni di carcere, con l’accusa di truffa aggravata, per l’imprenditore edile - Truffate più persone, appartamenti mai consegnati

  • 11 minuti fa
Cantiere di Adria Costruzioni a Breganzona
03:06

Pena lieve per il responsabile dell'ecomostro di Breganzona

SEIDISERA 04.12.2025, 18:00

  • Archivio Ti-Press
Di: SEIDISERA-Camilla Luzzani/feta 

Dopo quasi dieci anni di attesa, giovedì è comparso alla sbarra a Lugano il proprietario “dell’ecomostro di Breganzona”, un complesso di due palazzine il cui cantiere, gestito dall’impresa di costruzioni Adria, si fermò nel 2014.

I resti degli edifici per anni rimasero in piedi e incompiuti, deturpando il paesaggio e distruggendo le speranze di chi in quegli appartamenti - venduti tra gli 800 mila e il milione di franchi - aveva investito i propri soldi. L’imprenditore ha truffato più persone, intascando acconti e promettendo appartamenti e case mai consegnate.

È il legame con il più complesso caso Adria a giustificare la distanza temporale tra i fatti e la sentenza. Distanza che ha influito su quest’ultima, portando a una commisurazione della pena ridotta: accusa e difesa si sono accordate per tre anni di carcere con l’accusa di truffa aggravata. La corte ha accettato la proposta. Avendo però l’imprenditore già scontato sei mesi nel 2013, il resto della pena è sospeso, non tornerà in carcere.

Mi è caduto il mondo addosso. Ho perso soldi, ho perso la casa e non c’era più niente. Eravamo in sette, uno per sua fortuna, è riuscito a ritirarsi in tempo. C’è chi ha perso 50’000 franchi, una signora ne ha persi 200’000, versati al primo colpo. Tra tutti, su quel conto saranno finiti circa un milione di franchi

Testimonianza di un acquirente che versò 300’000 franchi come acconto per uno degli appartamenti (Falò, 2019).

Il modus operandi dell’imprenditore immobiliare di Bellinzona, semplificato all’osso, prevedeva di farsi concedere dei crediti di costruzione dalla banca, per poi usare parte di essi per spese personali o per regolare pendenze relative ad altri cantieri avviati e mai portati a termine. Contemporaneamente si faceva versare importanti acconti dagli acquirenti, così da bloccare in anticipo gli appartamenti mai consegnati. Il 49 enne oggi risulta nullatenente, ma su di lui pesano precetti esecutivi per 24 milioni di franchi.

L’imprenditore ha ammesso tutto e si è dichiarato consapevole di aver rovinato delle persone. Chi sperava di recuperare almeno una parte di quanto perso, difficilmente ci riuscirà.

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