Ticino e Grigioni

Dubbi sullo sconfinamento a Lavena Ponte Tresa

Un accordo siglato tra i due Paesi autorizza questi interventi, ma solo se sono coinvolte la Cantonale o le Guardie di confine - In questo caso erano pattuglie delle Comunali

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Sconfinamento della polizia comunale in Italia

SEIDISERA 16.05.2025, 18:00

  • Foto di Nicola Antonello
Di: Alain Melchionda - SEIDISERA/RSI Info 

L’inseguimento che mercoledì scorso ha portato all’arresto di una donna, iniziato su suolo ticinese e conclusosi nel comune italiano di Lavena Ponte Tresa, solleva alcuni dubbi sulla legittimità dell’intervento.

Fra Svizzera e Italia è infatti in vigore un “Accordo sulla cooperazione di polizia e doganale tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero”. Firmato nell’ottobre del 2013 dall’allora responsabile del Dipartimento giustizia e polizia Simonetta Sommaruga, e dall’allora ministro dell’Interno italiano Angelino Alfano, permette ai reciproci agenti, per questioni di sicurezza, doganali, e di migrazione, di entrare nel territorio dell’altro Stato.

All’Articolo 12 dell’Accordo, intitolato “Inseguimento transfrontaliero” il capoverso 4 recita: “Gli agenti addetti all’inseguimento sono per la Confederazione Svizzera, gli agenti di polizia della Confederazione e dei cantoni, nonché gli agenti del corpo delle Guardie di confine e delle sezioni antifrode doganali”

Non sono dunque autorizzate le polizie comunali. Da nostre ricerche risulta però che le due pattuglie che sono intervenute sono una della Polizia Ceresio Nord e l’altra della Polizia Malcantone Est.

Interpellate da SEIDISERA, la polizia cantonale e quella federale si sono limitate a rispondere che vista la procedura italiana in corso al momento non possono rilasciare ulteriori informazioni. Il segretario generale del procuratore della Repubblica di Varese Antonio Gustapane, anche lui interpellato dalla RSI, ha confermato che le polizie comunali non potevano intervenire. Il responsabile della Polizia municipale di Lavena Ponte Tresa Enrico Lanza Leone, invece ha dichiarato che, su richiesta della procura italiana, hanno già consegnato i filmati delle telecamere.

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