Un 40enne del Sottoceneri è stato condannato martedì dal giudice Curzio Guscetti a una pena di 36 mesi, di cui la metà da espiare. L’uomo è comparso davanti alle Criminali di Lugano con le accuse di riciclaggio e infrazione alla legge federale sugli stupefacenti.
Nei primi mesi del 2020, al tempo della pandemia, l’imputato, già dipendente da hashish e marijuana, aveva iniziato ad ordinarne sempre maggiori quantità. Non solo per sé, il 40enne infatti acquistava, importava, trasportava e rivendeva la droga, diventando una sorta di punto di riferimento per i consumatori, impediti dalle restrizioni sociali in vigore.
Con la fine dell’emergenza sanitaria, non aveva però terminato il traffico. La stima è che abbia venduto circa 99 chili di stupefacenti, fino all’arresto lo scorso marzo. L’utile netto conseguito in 5 anni è stato calcolato in circa 148’000 franchi.
L’uomo, che ha vari precedenti penali, ha ammesso e riconosciuto le accuse della Procura. C’era poco da nascondere: gli inquirenti hanno trovato sul suo cellulare una foto della figlia piccola intenta a giocare tra mucchi di banconote. Il difensore Stefano Stillitano, pur non negando le colpe del cliente, ha sottolineato come la vita da disoccupato e la preoccupazione di provvedere alla bambina abbiano giocato un ruolo non trascurabile, chiedendo in via principale una pena sospesa. Il giudice ha tuttavia accolto, sostanzialmente, quanto chiedeva l’accusa.