Ex funzionario DSS: approvate le raccomandazioni

L’uomo, che lavorava al DSS nell’ambito delle politiche giovanili, è stato condannato in via definitiva per stupro ai danni di una giovane maggiorenne. Lunga è tuttavia la lista di comportamenti inadeguati nei confronti di altre vittime: comportamenti che erano già stati segnalati ad un superiore. Lo stesso audit, ad esempio, ha indicato che l’allora funzionario poteva essere licenziato già nel 2004. Il caso venne alla luce nel giugno del 2018: il Ministero pubblico aprì un procedimento nei confronti dell’uomo, subito sospeso dalle sue funzioni. Si arrivò al processo nel gennaio successivo e il giudice Marco Villa, nel pronunciare la condanna, chiese scusa alle vittime a nome dello Stato per non essere state sufficientemente ascoltate.

Il Consiglio di Stato decise allora di avviare verifiche interne. I dubbi sulla gestione del caso da parte dei dirigenti di allora indussero quindi vari partiti, otto mesi dopo, a chiedere la creazione di una commissione parlamentare d’inchiesta. Per il Governo mancavano però i presupposti, visto che dalle verifiche era emersa una corretta gestione degli episodi da parte dell’amministrazione cantonale. L’istituzione di una CPI venne quindi respinta a maggioranza dal Legislativo nel settembre del 2020. Ma il processo in appello, a inizio 2021, sfociò in una condanna più grave: non più per coazione sessuale, ma per stupro. Ciò riaccese l’attenzione della politica e il Gran Consiglio, a fine gennaio 2022, approvò la promozione di un audit esterno indipendente. I risultati dello stesso sono stati presentati lo scorso marzo e hanno evidenziato diverse criticità. Si è quindi preferito attendere le elezioni cantonali di aprile, per poi lasciare in mano alla nuova commissione della Gestione la redazione delle raccomandazioni al Governo. Le stesse, discusse oggi in Gran Consiglio.