Ticino e Grigioni

Grigioni senza auto: il divieto storico in una mostra

La circolazione dei veicoli a motore fu proibita dal Cantone dal 1900 al 1925 – La revoca del divieto arrivò alla decima votazione popolare in materia

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Grigioni, 100 anni fa le auto erano vietate

Telegiornale 06.06.2025, 20:00

  • Christian Ferdinand e Hans Leonhard Meisser
Di: SEIDISERA/TG/Diem 

I Grigioni, sotto diversi punti di vista, ancora oggi, sono un cantone anomalo nel panorama elvetico, avendo conservato diverse delle proprie peculiarità storiche, a cominciare dal trilinguismo. Una caratteristica che li rendeva del tutto unici (anche guardando oltre i confini nazionali) l’hanno invece persa esattamente 100 anni fa. Nel 1925 si allinearono infatti al resto della Svizzera, accettando la circolazione dei veicoli a motore dopo che per 25 anni furono banditi dal territorio retico. Dal 1900 i conducenti delle (poche) automobili allora in circolazione, arrivati al confine dei Grigioni dovevano fermarsi e spegnere il motore.

Immaginate un cantone dove, per un quarto di secolo, le automobili erano semplicemente bandite. Una storia singolare e affascinante, ora raccontata in una nuova mostra al Museo retico di Coira, intitolata “Attenzione Auto! Un secolo sulle strade dei Grigioni” L’esposizione - tra cimeli prestati da appassionati come vecchi cerchi in legno o parti di motore e fotografie, filmati e pubblicazioni recuperati dagli archivi pubblici - si propone come un’occasione per riflettere sul passato, il presente e il futuro della mobilità nei Grigioni, invitando i visitatori a confrontarsi con le proprie esperienze e percezioni legate all’automobile.

La decisione di bandire gli autoveicoli era stata presa dal Governo nel 1900, quando probabilmente nei Grigioni di macchine se ne erano viste pochissime. In Svizzera i primi esemplari fecero la loro apparizione nel 1896 in occasione dell’Esposizione nazionale di Ginevra. Nei Grigioni, stando all’articolo “Das Bündner Autoverbot”, la prima auto arrivò l’anno successivo. L’aveva comprata Gaudenz Issler di Davos che la restituì al venditore poco dopo perché riteneva che le strade del suo paese non fossero adatte alle automobili.

Il Piccolo Consiglio aveva deciso di vietare i veicolo dotati di motore a scoppio sulla base di una serie di preoccupazioni: il rumore, la polvere (tutte le strade erano sterrate), il pericolo per la sicurezza, specialmente in montagna. Ma c’era anche la paura della concorrenza che auto e camion avrebbero fatto ai trasporti tradizionali e alle nascenti ferrovie. Inoltre, alcuni sostenevano che i motori a scoppio avrebbero distrutto la quiete e l’atmosfera incontaminata delle località di cura.

Camion della ditta Settelen di Basilea trainato dai cavalli negli anni Venti del Novecento

Il camion di una ditta di Basilea circola sulle strade retiche trainato dai cavalli durante il periodo in cui nei Grigioni restò in vigore il divieto assoluto di circolazione dei veicoli a motore

  • settelen.ch

Per 25 anni, i Grigioni rappresentarono un’anomalia nel panorama svizzero. Chiunque volesse accedere al territorio cantonale con la propria auto era costretto a ingegnarsi: caricarla su un treno, smontarla per farla trasportare da un carro, farla trainare da cavalli, muli o buoi. La situazione generò non poche proteste e fu combattuta dai club automobilistici come l’Automobil-Club Svizzero (ACS) e il Touring Club Svizzero (TCS).

La strada verso la legalizzazione delle automobili anche nei Grigioni fu lunga e tortuosa. Ci vollero ben dieci votazioni popolari prima che i cittadini grigionesi (allora potevano votare solo gli uomini), il 21 giugno 1925, decidessero finalmente di adeguarsi all’evoluzione dei tempi. L’approvazione della Legge sulla registrazione parziale delle automobili segnò la svolta, aprendo definitivamente le strade del cantone e inaugurando una nuova era di sviluppo economico e turistico legato alla mobilità individuale.

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GrigioniSera del 04.06.25: il servizio di Patrick Colombo con le spiegazioni di Guadench Dazzi, direttore del Museo retico

RSI Info 04.06.2025, 19:00

  • Museo retico

La mostra al Museo retico, inaugurata il 5 giugno 2025 e visitabile fino al 19 ottobre, offre un’occasione unica per immergersi in questa affascinante pagina di storia. Attraverso documenti, fotografie e reperti d’epoca, i visitatori potranno comprendere le ragioni di un divieto che oggi appare quasi impensabile e riflettere sull’impatto profondo che l’avvento dell’automobile ha avuto sulla società, l’economia, la mentalità e sul paesaggio alpino dei Grigioni. Basti pensare allo sviluppo della rete stradale che in breve tempo si fece capillare fino a raggiungere l’estensione odierna di 222 chilometri di arterie nazionali, 537 di collegamenti cantonali e 812 chilometeri di strade comunali. Oppure all’ambivalenza del nostro sguardo nei confronti del trasporto privato, positivo per la sua praticità, negativo per traffico e inquinamento.

Sulle strade del Grigionitaliano nel passato

L’eccezione della Calanca

Mentre nel resto dei Grigioni era in vigore il divieto di circolazione dei veicoli a motore, dal 7 luglio 1921 gli autopostali sostituirono le diligenze in Calanca. Per qualche tempo, la valle italofona fu una delle pochissime regioni grigionesi a disporre di un servizio di linea per il trasporto di corrispondenza, merci e persone tramite veicoli a motore su gomma. La popolazione, tre mesi prima, si era rivoltata per rivendicare un servizio postale simile a quello da poco introdotto in alcune valli ticinesi. La protesta si risolse con un accordo che aggirava il divieto catonale di circolazione delle automobili, in virtù del fatto che il servizio postale era regolato dal diritto della Confederazione.

La prevalenza della legge superiore già un paio d’anni prima aveva consentito alla Posta di aprire la prima linea (solo estiva) servita con un veicolo a motore dei Grigioni. Collegava Reichenau e Films Waldhaus. L’inaugurazione avvenne senza celebrazioni per non urtare la popolazione che in quel periodo aveva un atteggiamento riluttante nei confronti dei veicoli a motore. Dal 1925 le cose cambiarono rapidamente. Nell’anno dell’eliminazione del divieto, stando ai dati pubblicati dallo storico Christoph Maria Merki nel volume “Der holprige Siegeszug des Automobils 1895–1930”, nei Grigioni c’erano in circolazione 260 veicoli a motore: 136 auto, 7 camion e 117 moto. Nel 1930, cinque anni dopo, erano già oltre 2’000 in più: 1’051 auto, 75 camion e 1’136 moto.

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