Per dare un calcio al razzismo, sabato a Sant’Antonino si sono radunate circa 500 persone. Non solo appassionati di calcio, ma anche gruppi di comunità straniere, colonie estive e molte altre realtà cantonali che da anni seguono questo torneo sociale inclusivo ormai sempre più popolare, sempre più frequentato.
AntiraCup Ticino si conferma così un’occasione per stare insieme, per onorare un torneo sportivo popolare non senza un certo impegno ma, come detto, ad andare in gol sono alcuni messaggi quanto mai attuali “sposati” anche da squadre che arrivano dalla vicina Lombardia, da Bergamo per l’esattezza come spiegato al Quotidiano della RSI da Martino Colombo, membro dell’Associazione AntiraCup Ticino.
Lo stesso responsabile sottolinea come negli ultimi anni sia aumentato l’interesse a partecipare da parte delle colonie, che si presentano dopo aver passato magari la settimana a preparare le divise. Quest’anno - ha spiegato ancora Colombo - è stato preparato anche uno striscione per aderire alla campagna internazionale “Mostra a Israele il cartellino rosso”, campagna contro la federazione calcistica israeliana “per il suo sostegno a quanto sta succedendo attualmente da due anni ormai a Gaza”.