Il progetto scolastico legato al centro polivalente per migranti di Camorino fa fatica a decollare. Si tratta di un progetto pilota sviluppato dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) in collaborazione con l’istituto scolastico comunale. L’idea è che serva da ponte verso un inserimento graduale nelle classi ordinarie. Il problema però è nel numero di bambini che frequentano la “classe di accoglienza” creata per i piccoli ospiti del nuovo centro d’asilo, che è legata e inserita nelle scuole comunali: gli allievi - infatti - sono attualmente soltanto cinque, con un’età che spazia dalla scuola dell’infanzia alle medie, e tre di loro si sono uniti al gruppo da poco.
Alma Pedretti, aggiunta al caposezione delle scuole comunali del DECS, lo spiega così ai microfoni della RSI: “Ci hanno spiegato che le famiglie attribuite al canton Ticino nel 2025 sono state significativamente inferiori alla media (58, contro 66 nel 2024, ndr), ma dai dati sembrerebbe che nei primi mesi del 2026 ci saranno attribuzioni maggiori”. I minorenni alloggiati a Camorino sono in tutto 11. La scolarizzazione fino alle medie è obbligatoria entro i 30 giorni.
Le autorità cantonali sono comunque determinate a proseguire l’esperienza: “Valuteremo poi se eventualmente andare più sul territorio accompagnando gli istituti”, afferma Alma Pedretti. “La classe di accoglienza di Camorino potrebbe essere un esempio anche per la scolarizzazione di altri bambini”. Già in questa fase, i docenti di Camorino hanno potuto lavorare anche con ragazzi in alloggi a Giubiasco.
C’è infine la questione del coordinamento da migliorare fra i tre dipartimenti coinvolti (Camorino fa capo a quello delle Istituzioni), così da evitare troppi cambi di alloggio e favorire quindi la continuità della frequenza scolastica.






