Ticino e Grigioni

La giustizia ticinese vuole ripartire dopo la bufera

Si apre l’anno giudiziario 2025-2026, facendo i conti con le vicende degli scorsi mesi - Sul tavolo anche la riforma proposta dal Gran Consiglio

  • 2 giugno, 20:12
02:50

Un anno difficile per la giustizia

Il Quotidiano 02.06.2025, 19:00

Di: Il Quotidiano/DC 

La destituzione di due giudici e le dimissioni del presidente del Tribunale penale cantonale Mauro Ermani. Il 2024 è stato un anno burrascoso per la giustizia ticinese. E oggi al Palazzo dei Congressi, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario non c’è stata nessuna intenzione di nascondere quanto successo. Il desiderio è di lasciarsi alle spalle la bufera. 

“Quando si è confrontati con queste situazioni di urgenza, l’obiettivo è risolverle e uscirne il più presto possibile”, ha commentato ai microfoni dei colleghi del Quotidiano il presidente del Tribunale d’appello Gian Maria Tattarletti, “evidentemente questo sottrae tempo a quellao che dovrebbe essere la nostra attività principale ed è un peccato. Ma non si può fare altrimenti: è una necessità, sono contento che adesso la situazione si è tranquillizzata”. 

Da parte sua, il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha dichiarato che “era comunque una questione di relazione interpersonale limitata a poche persone. Questo però ha danneggiato completamente l’immagine di una giustizia che funziona e il rendiconto 2024 lo ha attestato. Anzi, è stata capace di fare di più rispetto al passato”. 50 mila incarti evasi nel 2024: un numero record che riduce le giacenze. 

Ora il settore si dovrà confrontare con la riforma della giustizia. Il Gran consiglio ha approvato la risoluzione che propone cambiamenti in diversi ambiti della magistratura, come una maggior autonomia gestionale per il Ministero Pubblico. A questo proposito, dal podio Gian Maria Tattarletti ha detto: “si parla di autonomia in senso stretto, vi rientrano la gestione amministrativa delle risorse umane, dall’altra la gestione finanziaria che invece manca in Ticino”. Una giustizia che deve evolvere con la società, ha concluso Norman Gobbi. Ricordando che una riforma è sì necessaria, ma deve nascere dal dialogo.

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