Ticino e Grigioni

Lungolago e Ciani, autopsia sui muri erosi dalle onde

Transenne a Lugano segnano il perimetro delle operazioni volte a stabilire tappe e costi del risanamento delle rive - “Per il parco tempi più lunghi”, dice il capo Area del Verde cittadino

  • 08.04.2024, 20:09
  • 08.04.2024, 23:06
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Lugano fa i conti con il maltempo

Il Quotidiano 08.04.2024, 19:00

Di: QUOTIDIANO/RSI Info 

Da una settimana le transenne sul lungolago fanno parte del panorama di Lugano. Ma c’è un motivo. Gli operai “stanno togliendo i parapetti, perché sono ancorati alle lastre di granito che si sono mosse. È ancora un lavoro di indagine”, spiega alla RSI Christian Bettosini, capo Area del Verde pubblico cittadino. Spostate, le lastre, dalla forza delle onde durante il maltempo. D’altronde basta un colpo d’occhio per notare come la ringhiera che corre verso rivetta Tell penda verso il lago Ceresio.

Le lastre, spiega ancora Bettosini, “sono una sorta di copertura del muro di sostegno sottostante. Sono quelle che hanno subito il danno a causa del moto ondoso. La loro posa risale all’inizio del ‘900, parte dell’indagine è volta anche a capire come si è costruito il manufatto. A detta degli specialisti il muro non avrebbe subito grossi danni”.

Gli interventi attuali sono dunque volti a capire come si potrà intervenire. Un rapporto con tempi e costi dei lavori di ripristino dovrebbe arrivare giovedì sul tavolo del Municipio di Lugano. Tra le osservate speciali anche le rive del Parco Ciani pure colpite dalla forza dell’acqua.

“Nel parco - afferma il capo Area del Verde pubblico - si prospetta un intervento diverso, perché ad essere interessato è un po’ tutto il muro. Non solo le lastre di copertura. In quel caso l’intervento sembrerebbe essere più impegnativo rispetto al lungolago”.

Tra lungolago e Ciani il cantiere durerà a lungo, si parla di settimane se non mesi. “È difficile fare delle valutazioni in questo momento, a esame ancora in corso. Certamente per il muro del parco i tempi saranno un po’ più lunghi”.

È l’onda lunga del maltempo, che nonostante venti da cento chilometri all’ora ha tutto sommato risparmiato il verde cittadino. “Sono eventi sempre più ravvicinati nel tempo”, rileva l’esperto. “Ciò sollecita ulteriormente il patrimonio verde”. Di positivo è che le piante sradicate sono state “solo due a fronte delle oltre 12’000 censite in città. Questo può essere il frutto del lavoro fatto e di una gestione attiva negli anni. Oltre che del fatto che le chiome erano ancora spoglie. D’altra parte avevamo un terreno completamente fradicio, con perdita per gli alberi della capacità di ancorarsi al suolo”. E martedì torna la pioggia.

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