Cinque anni e mezzo di carcere. È la condanna chiesta venerdì in aula dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo nei confronti del 23enne imputato, che era alla guida quella sera del 12 febbraio 2021 quando è avvenuto l’incidente a Grancia, nei parcheggi di un centro commerciale, nel quale ha perso tragicamente la vita una diciassettenne che si trovava a bordo.
Il giovane, che aveva vent’anni al momento dei fatti e la patente da poco tempo, è accusato tra le altre cose di omicidio intenzionale e lesioni intenzionali gravi.
La sfida clandestina e la ricostruzione della serata
Come noto quella sera la vettura superò i 100 km/h ed era in corso una sfida clandestina proprio nei parcheggi di un centro commerciale. In queste corse clandestine, che nell’ambiente vengono chiamate drifting, lo scopo è quello di portare l’auto al limite, sempre sul punto di sbandare. Ma quella sera - erano le 23.00 - il limite venne superato. L’auto, con a bordo cinque giovani, si ribaltò dopo una curva: l’incidente costò la vita alla ragazza che si trovava al posto del passeggero anteriore e causò il ferimento degli altri che erano nell’auto.
“Facevo queste corse - ha spiegato l’imputato in aula - per provare il brivido. L’adrenalina”. E non era la prima volta che lo faceva. In almeno altre sei occasioni aveva partecipato a questi drifing. Corse che - soprattutto durante la pandemia e il lockdown - si tenevano in diversi luoghi del Ticino, ma che avevano trovato in quel posteggio di Grancia un luogo in cui i ragazzi si incontravano spesso, quasi ogni sera.
Nel pomeriggio al processo prenderanno la parola le parti, mentre la sentenza potrebbe venir comunicata domani (giovedì).
RG 12.30 del 22.11.2023 - Il servizio di John Robbiani
RSI Info 22.11.2023, 13:40
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