L’allarme è nell’aria da qualche mese, ma le soluzioni sono state approntate. Il 31 dicembre 2025 in Ticino circa il 40% delle persone finirà l’obbligo di prestare servizio per la Protezione civile, la ragione è una riforma entrata in vigore quattro 4 anni fa che ha ridotto l’obbligo a 14 anni. Le manifestazioni che abitualmente si appoggiavano sui militi si ritroveranno dunque con un sostegno limitato. Ma, come hanno rivelato ai microfoni di SEIDISERA i comandanti delle diverse regioni, per risolvere il problema si è giocato d’anticipo. In attesa di soluzioni politiche al continuo calo di effettivi, i consorzi sembrano aver trovato alternative per garantire i propri servizi ai Comuni e agli organizzatori di manifestazioni nei prossimi anni.
Partiamo da Mendrisio, con il comandante della Protezione civile Marco Quattropani: “La nostra idea è di aumentare i giorni di servizio: se fino a qualche anno fa un milite faceva una settimana all’anno, è già un paio d’anni che siamo passati a due settimane di corso di ripetizione. Così riusciamo a garantire le medesime prestazioni assicurate fino a oggi. Perché se è vero che diminuiscono i militi, i compiti della Protezione civile non cambiano e quindi le attività che dovremo garantire saranno sempre le stesse”.
I giorni di servizio aumentano anche a Locarno, dove i grandi eventi sono parecchi. “Nella nostra regione non abbiamo rinunciato alle manifestazioni che già facevamo annualmente”, dice il comandante della Protezione Civile di Locarno e Vallemaggia, Patrick Arnold, ”naturalmente il supporto sarà con un minor numero di effettivi, quindi per gli eventi di grande portata (Locarno Film Festival, Slow Up o il triathlon) non potremo più garantire le massicce presenze di militi”.

Per entrambe le camere Protezione e Servizio civile vanno fusi
SEIDISERA 18.06.2025, 18:00
Contenuto audio
Veniamo a Lugano, un’altra regione ricca di eventi e manifestazioni. Anche qui, per il momento, non sono state fatte delle rinunce. Da qualche anno si chiede agli organizzatori di essere parsimoniosi nelle richieste di militi e si guarda già avanti alle discussioni che avvengono a Palazzo federale sul futuro della Protezione civile. “Lavoreremo per trovare delle soluzioni in attesa che i “cerotti politici” che sono stati trovati in sede federale - e che dovrebbero permettere di tornare ad avere qualche elemento in più ogni anno - possano in effetti realizzarsi”, afferma il comandante Aldo Facchini. “Occorreranno almeno 2 o 3 anni per la creazione di una nuova istituzione: la fusione della Protezione civile con il servizio civile”, spiega Facchini, “avranno esattamente gli stessi scopi, cioè aiuto e protezione alla popolazione, e si conterà su una quantità di effettivi superiore”.