Una votazione che è “centrale per il futuro del nostro cantone”. Ai microfoni di Modem, la direttrice del Dipartimento dell’educazione della cultura e dello sport ticinese (DECS) Marina Carobbio parla, oltre che di scuola, anche del referendum sulla riforma fiscale per il quale la popolazione si esprimerà a giugno. “Ci vuole un equilibrio non solo per quanto riguarda le spese, ma anche sul fronte delle entrate sulla fiscalità. Con questo referendum si dirà se è giusto che si fanno degli sgravi ai più ricchi. In una situazione così difficile, a mio parere, mi sembra chiara la risposta. Bisogna tener conto anche delle entrate e del ruolo della fiscalità per ridistribuire la ricchezza” ha detto Carobbio, lasciando intendere la sua contrarietà agli sgravi fiscali.
La consigliera di Stato non aveva espresso finora una chiara posizione sul referendum, che viene promosso dal suo partito (quindi con un “no” alla modifica di legge), ma respinto dal Consiglio di Stato (che sostiene quindi il “sì”). Le sue parole sono quindi un invito esplicito a respingere la modifica di legge? “Non ho mai nascosto che ritengo la fiscalità un mezzo importante per garantire allo Stato la possibilità di intervenire, ad adempiere ai suoi compiti e a ridistribuire la ricchezza”. Valori e impegni che “continuano ad esserci anche all’interno del Consiglio di Stato”.
“La priorità dovrebbe essere l’attenzione a chi fa fatica e al ceto medio”
In riferimento al preventivo 2024 e in vista di quello del 2025 e ai tagli prospettati, Carobbio ha spiegato di ritenere che “come Governo abbiamo una responsabilità, che è quella, chiaramente, di far sì che ci sia una gestione finanziaria che permetta allo Stato di funzionare e anche di intervenire sulla spesa. Però questo non vuol dire toccare dei settori che sono sensibili, come l’educazione, la sanità e la socialità e metterli a rischio”. Per la consigliera di Stato bisogna “definire delle priorità e di questo ne ho parlato anche con i miei colleghi”. Priorità che per Carobbio sono “l’attenzione a chi fa fatica, quindi ai più deboli, ma anche al ceto medio che è sempre più sotto pressione”.
Scuola dell’obbligo fra cantieri e risparmi
Modem 23.04.2024, 08:30