Violenze e abusi sessuali: condannato a 7 anni il 39enne ticinese

È stato condannato a sette anni di carcere il 39enne ticinese processato a Lugano per violenze ripetute sull’ex moglie, sull’attuale moglie e per violenza sessuale su minori. La sentenza, letta venerdì dal giudice Amos Pagnamenta, ha dato piena credibilità alle testimonianze delle due donne coinvolte.

Determinante, secondo la Corte, lo scambio di messaggi tra le due: pur non conoscendosi, si sono cercate e hanno condiviso il loro vissuto, denunciando insieme le violenze subite per anni – prima da una, poi dall’altra. Per il giudice, quei messaggi raccontavano in modo coerente lo stesso schema di soprusi e abusi. Non è stata invece ritenuta credibile la ritrattazione della seconda moglie, giudicata frutto di una manipolazione da parte dell’imputato, che l’ha ripetutamente contattata dal carcere.

La pena è inferiore ai 12 anni chiesti dall’accusa. Due i motivi principali: la caduta delle imputazioni per tentato omicidio, sostituite dai reati di lesioni gravi e lesioni semplici, e una scemata imputabilità di grado medio, riconosciuta dai periti in ragione di una patologia borderline e una grave tossicodipendenza. Confermate invece le accuse per violenza carnale e atti sessuali con fanciulli. L’uomo resterà in carcere e seguirà un trattamento ambulatoriale in ambito psichiatrico.

La difesa aveva chiesto il proscioglimento dell’imputato da quasi tutte le imputazioni, eccezion fatta per le lesioni semplici qualificate e la contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, ritenendo congrua la pena già scontata di 488 giorni di detenzione. L’imputato, detenuto dal febbraio 2024, aveva ammesso di aver picchiato le sue compagne, ma ha negato ogni altra accusa, sostenendo che le violenze più gravi sarebbero state inscenate dalle donne coinvolte.