Inchieste andate in onda

Cronaca di una morte per nulla ordinaria

Puntata del 20.11.2015 - Un atto di accusa contro il sistema sanitario svizzero (e il mancato rispetto dei diritti dei pazienti), la storia di un fallimento terapeutico.

  • 06.11.2015, 16:53
Fallimento terapeutico

675 giorni di ospedale, 500 in reparti di terapia intensiva, un interminabile incubo intriso di sofferenza e costellato di ostacoli: fallimenti terapeutici, diritti calpestati, rapporti conflittuali con medici, infermieri, strutture ospedaliere.

La lunga storia di questa odissea vissuta tra ospedali e cliniche, sia ticinesi sia svizzero tedesche, diventa un vero e proprio atto di accusa dell’intero sistema sanitario elvetico: tra incomprensibili negligenze, imperdonabili superficialità, comportamenti arroganti e problemi di comunicazione tra pazienti, familiari e personale ospedaliero.

A raccontarla davanti alle telecamere di Patti chiari, per la prima volta a volto scoperto, l’autrice fin qui anonima del libro Fallimento terapeutico, Paola Zuppiger . La sua testimonianza sconcerta, solleva dubbi, pone interrogativi: fino a che punto un paziente ha diritto di essere informato o di rinunciare ad essere informato, magari perché non vuole sapere che soffre di una malattia incurabile? E fino a che punto pazienti e famigliari possono – o forse devono – aver voce sulle terapie decise dai medici? E ancora: è il paziente, la famiglia, il medico o… la cassa malati a decidere quando è il momento di arrendersi di fronte alla malattia? In seguito al racconto della sua triste e difficile vicenda, ne discutiamo in studio anche con Roberto Malacrida, ex primario del reparto di cure intensive dell’ospedale regionale di Lugano nonché vice presidente della commissione etica dell’Ente osedaliero cantonale, Matteo Cheda, rappresentate dell'Organizzazione svizzera dei pazienti e Franco Denti, Presidente dell'Ordine dei medici.

44:59

Patti chiari del 20.11.2015: "Odissea in corsia" di Paola Leoni e Fabio Pellegrinelli

RSI Inchieste andate in onda 21.11.2015, 00:47

Ma non è tutto, perché a volte il diritto a essere informato si scontra con la volontà del medico di non comunicare le informazioni di cui è in possesso. È capitato a una famiglia, la cui figlia, Michaela D'Auria, da tempo alle prese con gravi problemi di salute, è morta a una settimana dall’ultimo ricovero. E pochi giorni dopo la famiglia riceve un rapporto medico in cui uno specialista attesta che da mesi erano emersi gravi problemi ai reni, di cui nessuno aveva informato né la ragazza né i suoi genitori. Una decisione – comunica l’équipe medica – presa dal medico di famiglia, che ha impedito così alla sua paziente e ai famigliari di valutare possibili alternative. E oggi la madre denuncia: "Vi siete sostituiti a Dio".

19:02

Patti chiari del 20.11.2015 - "Il silenzio dei dottori" di Riccardo Fanciola e Remy Storni

RSI Inchieste andate in onda 21.11.2015, 00:13

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