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La Moldova teme un coinvolgimento nella guerra

Nella piccola repubblica ex sovietica, il rischio di un'escalation è percepito come reale - Chișinău chiede di aderire all'UE, ma in Transnistria la Russia mantiene i suoi soldati

  • 2 aprile 2022, 06:48
  • 23 giugno 2023, 17:55
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  • UCRAINA

Cocieri, Moldova: un villaggio ribelle in una regione separatista

Emilio Romeo e Elena Boromeo 03.04.2022, 17:03

(Cocieri – Moldova) Il giorno in cui è scoppiato il conflitto in Ucraina, sulla sponda orientale del fiume Nistro, si sentiva il boato delle esplosioni. Un rumore che in quel territorio evoca i ricordi del 1992, ovvero l’anno della guerra della Transnistria, iniziata quando l’omonima regione filorussa si è proclamata indipendente. Da allora, un contingente di soldati russi staziona nella regione, ufficialmente nel ruolo di “peace keepers”, ovvero garanti della pace.

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Soldati russi vicino al fiume Nistro, al confine con la Transnistria

  • e.r.

“Allora eravamo piccoli e non capivamo cosa stesse succedendo. Adesso invece ovviamente abbiamo paura. Soprattutto perché la guerra è così vicina e nessuno può darci delle certezze. Quindi chi lo sa se ci sarà o no una guerra anche qui. Speriamo che non arrivi, ma non possiamo saperlo”. A dirlo è Andrei, un 37enne che vive a Cocieri, un villaggio che sorge sull’unica porzione di territorio sotto il controllo della Moldova all’interno del territorio della Transnistria: una cittadina ribelle all’interno di una regione separatista.

La Moldova esposta alla guerra

SEIDISERA 01.04.2022, 20:19

In un piccolo parco incontriamo Elvira, 59 anni, originaria di Kiev ed emigrata qui anni fa. Le domandiamo se non si senta in qualche modo minacciata dalla presenza di questi soldati. “Siamo abituati a convivere con loro. Finora non ci sono stati problemi. Noi non abbiamo problemi con nessuno”, ci risponde.

Ma da dopo il 24 febbraio, l’aria è diventata tesa. “Mi sento in pericolo perché nessuno si aspettava che la Russia avrebbe fatto un passo così grande, ovvero attaccare l’Ucraina. La Moldova è un Paese così piccolo e qui anche in tempo di pace non ci sentiamo molto al sicuro”, aggiunge.

Un passo verso Occidente

Lo scorso 3 marzo, la Moldova - guidata dalla presidente Maia Sandu - ha presentato la richiesta di adesione all’Unione Europea, come hanno fatto anche la Georgia e l’Ucraina. Una mossa che è stata interpretata come un’azione ostile da parte delle autorità della Transnistria, secondo cui il passo avanti verso Bruxelles mette fine alla possibilità di risolvere il conflitto congelato. Un equilibrio fragile, che potrebbe essere alterato anche da ciò che sta accadendo pochi chilometri a Est.

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Fin dall’inizio della guerra, molti si sono chiesti se il contingente russo in Transnistria (circa 1'500 soldati) avrebbe preso parte all’offensiva in Ucraina. Per bloccare un’eventuale avanzata, l’esercito di Kiev ha fatto saltare in aria un ponte sulla strada che collega Tiraspol a Odessa. Ma fino ad oggi, non c’è stato alcun coinvolgimento.

“La Russia ha lavorato per anni in questa regione, per penetrare nel loro sistema e assicurarsi di minare il nostro processo di integrazione”, afferma Iulian Groza, direttore dell’Istituto IPRE e membro del Consiglio supremo di sicurezza della Moldova. Secondo l’esperto, un’eventuale aggressione della Russia in Moldova al momento non è nei piani di Mosca, ma “non può essere esclusa”.

Il reportage dalla Moldova

Telegiornale 31.03.2022, 20:00

La guerra sta già cambiando il volto del Paese

Anche nella capitale, Chișinău, le persone percepiscono la guerra vicina come una minaccia. Alcuni moldavi sono già partiti, altri tengono le valigie pronte perché – come ripetono quasi tutte le persone con cui parliamo – “ormai qualunque cosa potrebbe accadere”.

Intanto, alcuni effetti del conflitto si toccano già con mano: il blocco delle importazioni di alcuni beni (soprattutto generi alimentari) dall’Ucraina ha fatto schizzare i prezzi, mentre è diventato impossibile trovare dei passeggini, a causa dell’arrivo in massa di donne con bambini piccoli dall’Ucraina.

In rapporto alla propria popolazione, la Moldova è il Paese che sta accogliendo più rifugiati (100'000 su 2,5 milioni circa di abitanti). Si stima che in città, ogni sette o otto persone che si incontrano per strada, una sia ucraina. Segno che, indirettamente, la guerra sta già cambiando il volto di questo piccolo Paese, che come altre ex Repubbliche sovietiche, cerca un difficile equilibrio tra l’Est e l’Ovest.

di Elena Boromeo

Immagini: Emilio Romeo

(Denis Berliba ha contribuito al servizio)

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