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Monaco e il ruolo dei social

Polizia prudente, ma le testimonianze diffuse in rete le hanno complicato il lavoro

  • 23 luglio 2016, 23:34
  • 7 giugno 2023, 21:48
De Maizière, a sinistra, durante una conferenza stampa davanti al centro commerciale Olympia

De Maizière, a sinistra, durante una conferenza stampa davanti al centro commerciale Olympia

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La polizia che perde il monopolio dell'informazione e l'effetto dei social media: gli abbagli dei testimoni, subito condivisi in rete, hanno reso difficile il compito di autorità e giornalisti durante le concitate ore della strage e della caccia all'uomo di Monaco di Baviera. Non è certo la prima volta che accade, ma ha stimolato la riflessione del ministro dell'interno tedesco Thomas de Maizière: se agenti "in borghese con fucili in mano vengono scambiati per attentatori sui social media, la cosa ci deve far riflettere", ha ammesso oggi (sabato) spiegando l'origine delle informazioni che parlavano di tre terroristi in azione.

Agenti non in uniforme hanno confuso molti testimoni

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Il fraintendimento amplificato dai tam tam della rete è stato causato, oltre che da poliziotti richiamati in servizio senza avere il tempo di togliere i bermuda, anche dagli occupanti di una vettura partita a tutta velocità.

Le forze dell'ordine tedesche sono però sempre state molto prudenti nel diffondere le informazioni, prendendo con le pinze oggi rivelazione. Si sono susseguiti gli appelli su twitter, in diverse lingue, a non pubblicare su internet immagini di pattuglie in azione, per non facilitare lo sparatore, ma anche a mettere a disposizione i video amatoriali per facilitare l'inchiesta.

pon/ATS

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