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Partygate, Boris Johnson sulla graticola

L'ex premier britannico davanti a una Commissione parlamentare: al vaglio le sue presunte bugie sulle feste a Downing Street in piena pandemia - In gioco il suo futuro politico

  • 22 marzo 2023, 17:15
  • 24 giugno 2023, 05:51
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Notiziario delle 17 del 22.03.2023

Notiziario 22.03.2023, 17:10

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Di: ATS/M. Ang.

L'ex primo ministro britannico Boris Johnson ha dichiarato mercoledì "mano sul cuore" di non aver mentito al Parlamento, durante un'audizione davanti a una Commissione parlamentare che esaminerà le sue presunte bugie sul cosiddetto Partygate, le feste organizzate a Downing Street in piena pandemia.

Il 58enne, ex leader dei Tory, ha promesso di dire "tutta la verità" mentre ha giurato sulla Bibbia all'apertura dell'udienza. "Non ho mentito al Parlamento", ha detto.

Cercherà di convincere i sette parlamentari che compongono la Commissione d'inchiesta mentre il suo futuro politico è in bilico. Lo scandalo del Partygate gli è costato il posto a luglio e ha fatto precipitare il Regno Unito in mesi di instabilità politica.

Se si ritrova di nuovo nella sua posizione preferita, al centro dell'attenzione mediatica e politica, riuscirà l'ex leader, ora semplice deputato, a evitare una sanzione che spegnerebbe ogni speranza di tornare alla ribalta della politica britannica?

La Commissione parlamentare, accusata di aver intrapreso una caccia alle streghe dai sostenitori di Johnson, deve stabilire se egli abbia deliberatamente mentito alla Camera dei Comuni, anche quando nel dicembre 2021 disse ai parlamentari che "le regole sono state sempre seguite" a Downing Street durante la pandemia.

Nel corso dell'udienza è stato mostrato un estratto delle sue dichiarazioni di allora.

"Due pesi e due misure"

Il Partygate, le rivelazioni durate mesi sui festini alcolici a Downing Street durante il blocco del Regno Unito, aveva fatto infuriare i britannici, che avevano denunciato un intollerabile "doppio standard". In un documento di 110 pagine reso pubblico mercoledì mattina, la Commissione ripercorre le dichiarazioni ufficiali di Boris Johnson e ciò che accadeva a Downing Street in quel periodo, con foto e testimonianze.

Nel maggio 2020, ad esempio, Johnson esorta "l'intero Paese a rispettare le regole", ma pochi giorni dopo partecipa a una festa nei giardini di Downing Street. Il 10 giugno "esorta tutti a continuare a mostrare moderazione e a rispettare le regole" e il 19 giugno partecipa a una festa di compleanno organizzata per lui dalla moglie Carrie.

Nel novembre 2020, in occasione di una piccola festa, sempre a Downing Street, ha commentato che "questa è probabilmente la riunione più socialmente disimpegnata di tutto il Regno Unito". Secondo la testimonianza di un dipendente di Downing Street, Boris Johnson "aveva l'opportunità di fermare" questi incontri, ma invece vi partecipava.

Se la Commissione, che ha ottenuto prove scritte da 23 persone, arriverà alla conclusione che ha mentito, Boris Johnson rischia di perdere il suo seggio di deputato, mettendo a repentaglio il resto della sua carriera politica e le sue speranze di tornare un giorno a Downing Street.

220'000 morti di Covid-19 nel Regno Unito

Boris Johnson ha ammesso di aver mentito alla Commissione negando l'esistenza delle feste e poi assicurando di aver rispettato le regole anti-Covid, ma ha invocato la buona fede in un documento di 52 pagine pubblicato martedì, in cui punta il dito contro i suoi principali consiglieri.

La sua difesa, condotta da David Pannick, uno degli avvocati più famosi del Paese, è costata ai contribuenti più di 220'000 sterline (circa 249'000 franchi), secondo quanto riportato dai media britannici.

Uno dei consulenti di Johnson, Martin Reynolds, gli ha consigliato di non dire al Parlamento che le regole erano state sempre rispettate, affermando che era "irrealistico", secondo le testimonianze rese alla Commissione.

Queste argomentazioni hanno fatto arrabbiare le famiglie delle vittime della pandemia, che ha ucciso più di 220'000 persone nel Regno Unito, il più alto numero di morti in Europa dopo la Russia. Per Bereaved Families for Justice, "è chiaro che Boris Johnson ha deliberatamente fuorviato il Parlamento". Il gruppo definisce "nauseante" la sua affermazione di aver agito in buona fede.

All'inizio di marzo, la Commissione ha rilevato che le prove raccolte "suggeriscono fortemente" che le violazioni delle regole anti-Covid sarebbero dovute sembrare "ovvie" per Boris Johnson.

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