L’Avana è una cliente molto particolare dell’export petrolifero venezuelano. L’isola, infatti, ha fortissima necessità di petrolio: la sua carenza aggraverebbe infatti la situazione che Cuba sta vivendo da tempo. Blackout, razionamento di elettricità e carburante e paralisi dei trasporti sono all’ordine del giorno. I ripetuti sequestri di petroliere al largo del Venezuela da parte degli Stati Uniti stanno perciò avendo un impatto forte sui rifornimenti dell’isola caraibica. Così ha riferito a SEIDISERA la collaboratrice Maria Zuppello.
“Cuba sta vivendo davvero giorni molto difficili. Il presidente Miguel Díaz-Canel ha denunciato quelle che ha definito “le pretese egemoniche degli Stati Uniti sull’America Latina” e ha accusato l’amministrazione Trump di minacciare la pace dell’intera regione”, spiega Zuppello. “Per il ministro degli Affari Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla, quanto accaduto in questi giorni è “un nuovo atto di pirateria e terrorismo marittimo da parte di Washington”. Intanto, il Messico sta venendo in aiuto di Cuba. Nei prossimi giorni dovrebbero sbarcare infatti nell’isola caraibica due sue navi con 80’000 barili di petrolio”.
Quante navi sono già finite nel mirino dell’amministrazione Trump?
“Ufficialmente finora sono solo tre le petroliere bloccate dagli Stati Uniti, ma potrebbero essere di più in questa escalation che negli ultimi giorni ha subito davvero un’accelerazione. L’ultima ad essere sequestrata in acque internazionali mentre era diretta in Venezuela è stata domenica la “Bella 1”. La nave, battente bandiera panamense, è stata sanzionata nel giugno 2024 dal Dipartimento del Tesoro statunitense con l’accusa di essere utilizzata dall’Iran per trasportare petrolio evadendo così le sanzioni internazionali. “Bella 1” fa parte della cosiddetta flotta fantasma dell’Iran: vecchie navi usate, malmesse, che permettono al Governo di Teheran di spostare il petrolio rimanendo nascosto grazie a società di facciata e a frequenti cambi di proprietari e bandiere. Sabato scorso, il governo degli Stati Uniti aveva reso note le immagini anche del sequestro di una seconda petroliera al largo delle coste del Venezuela, mentre a metà dicembre era stata fermata la nave “Skipper”, che stava trasportando petrolio destinato a Cuba”, risponde Maria Zupello.
Il Venezuela ha delle alternative per il proprio export oltre alla via marittima?
“La situazione per il Venezuela si fa sempre più complicata. Il presidente Trump, lo ricordiamo, ha infatti annunciato nei giorni scorsi un blocco totale completo contro tutte le petroliere sanzionate che entrano ed escono dal Venezuela, accusando il governo di Nicolas Maduro di finanziare, ha detto, le sue attività criminali con le risorse energetiche del suo Paese. La Cina, lo ricordiamo, è ad oggi il maggior acquirente di petrolio venezuelano. Il punto è che l’escalation militare degli Stati Uniti ha di fatto rallentato le esportazioni di greggio dal paese latino-americano, con navi cariche adesso bloccate al largo delle sue coste per evitare proprio di essere confiscate. Al governo di Maduro resterebbe adesso come alternativa il trasporto via terra attraverso i Paesi vicini, per esempio il Brasile. Ma è un’ipotesi davvero remota, se non impossibile, perché aprirebbe una pericolosa crisi geopolitica in tutta la regione”, conclude la collaboratrice Maria Zuppello.

Venezuela sotto pressione
Telegiornale 17.12.2025, 12:30









